Rosarno, maestra “aggredita” in classe

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Nella “buona scuola” del ventiduesimo secolo, molti insegnanti si trovano a far fronte a diversi problemi inerenti alla carenza di personale specializzato e, a dover affrontare quindi alunni con “determinate esigenze”, il più delle volte non ottenendo i risultati sperati. Ed è così che all’interno delle classi si creano condizioni di disagio sia per gli insegnanti ma soprattutto  per gli alunni stessi. 

I fatti che rimbalzano sui media riferiscono quasi sempre di docenti che – lungi dallo svolgere il proprio lavoro di educatori con professionalità, e responsabilità, scaricano le loro frustazioni addosso a quei soggetti che gli garantisco lo stipendio.

Per far sì che episodi di questo genere (comunque deprecabili e perseguibili) non si ripetano, le Autorità competenti  dovrebbero pendere provvedimenti al fine di garantire il corretto svolgimento delle attività didattiche con personale adeguato al numero e alle “patologie” degli allievi presenti nelle classi. Spesso infatti a causa di lungaggini burocratiche i pochi insegnanti in servizio sono costretti a sopperire alla carenza di organico. 

A Rosarno ad esempio, una maestra è stata costretta a ricorrere alle cure dei sanitari perché “aggredita”da un alunno, il quale le ha scaraventato addosso una sedia, colpendola alla testa ed alle spalle.

La docente prima di svenire, tra lo choc e la paura degli alunni, è riuscita a chiedere aiuto “gattonando” fuori dall’aula. 

Sia chiaro che i bimbi in queste circostanze sono anche loro delle vittime del sistema che non funziona come dovrebbe. Ed è proprio per questo che dovrebbe essere chi ha poteri direttivi e decisionali ad aver a cuore tutte le situazioni scolastiche per evitare che situazioni come queste possano non ripetersi più.

 

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