Rosarno, presentato il progetto “Touch, feel, think” per il museo archeologico di Medma

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Illustrato alla stampa ed alla comunità locale il lavoro del Club presieduto da Rosario Barresi, patrocinato dai distretti 2100 di Rotary International e Rotaract. Partner rotariani i club Nicotera-Medma; sostegno scientifico Dipartimento Architettura e Territorio (d’ArTe) dell’Università Mediterranea, della Soprintendenza Archeologia Calabria e dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Innovative stampe in 3D per garantire la fruizione dell’esperienza museale ai soggetti con limitazioni sensoriali.

  Si intitola “Touch, Feel, Think” il progetto ideato per il museo archeologico Medma di Rosarno dal Rotaract Club Reggio Calabria, con il patrocinio dei Distretti 2100 Italia del Rotary International e del Rotaract.

A sostenere l’iniziativa sono i club partner Nicotera-Medma del Rotary e del Rotaract, nonché, sul versante scientifico, la Soprintendenza Archeologia Calabria, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e il dipartimento Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (d’ArTe).

 Il progetto Medma “Touch, Feel, Think” si prefigge l’obiettivo di realizzare un catalogo multimediale delle opere esposte nel museo di Medma, anche attraverso la stampa tridimensionale dei reperti, che garantirà la fruizione piena dell’esperienza museale da parte di soggetti caratterizzati da limitazioni sensoriali.

 L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta domenica 21 giugno 2015 nella sede del museo archeologico di Rosarno. L’incontro con gli operatori dell’informazione è stato preceduto da una visita – curata dalla stessa Soprintendenza – agli scavi di Medma.

“Questa attività – spiega il presidente del Rotaract Club Reggio Calabria, Rosario Barresi – si iscrive nel solco del service nazionale denominato ‘Uniti nelle eccellenze’ che vede i rotaractiani del nostro Paese impegnati in un’attività volta a perseguire due obiettivi: valorizzare le straordinarie risorse artistiche e culturali dell’Italia e, al contempo, favorirne la fruizione da parte di soggetti svantaggiati o con diverse abilità”. Inoltre, sottolinea Barresi, “grazie al progetto Medma ‘Touch, Feel, Think’, si è innescato un meccanismo virtuoso di ‘social empowerment’ che consentirà di mettere a valore le competenze di giovani professionisti e laureandi dell’Università Mediterranea attraverso una formazione ‘on job’ che vede impegnato anche il personale della Soprintendenza.

 

“Tutto questo – aggiunge il presidente del Rotaract Reggio Calabria – è stato possibile anche grazie all’esperienza del “Building Future Lab” del d’ArTe, sviluppato nell’ambito del PON Ricerca e Competitività, e grazie al coinvolgimento delle Istituzioni e del mondo imprenditoriale. L’obiettivo finale – conclude Barresi – è realizzare un servizio di alto valore per il territorio in materia di valorizzazione del patrimonio culturale. Gli scavi di Medma si avviano infatti a configurare una delle “eccellenze” storico-ambientali di maggior valore in Calabria”.

 

Il prof. Franco Prampolini, docente di Rilievo architettonico del d’ArTe e coordinatore del progetto, ha poi illustrato nel dettaglio le varie azioni previste e i primi risultati ottenuti: il Progetto prevede il rilievo integrale dei reperti esposti nel museo di Medma con tecniche di fotomodellazione analitica e la restituzione dei modelli tridimensionali fotorealistici degli stessi; la formazione di un catalogo di oggetti integrabile in applicazioni multimediali che consentano la visita virtuale del museo; la riproduzione analogica con materiali diversi (gesso, PVC, legno) di alcuni modelli particolarmente significativi al fine di integrare l’allestimento museale con un approccio “tattile” utile per la fruizione da parte dei non vedenti, ma con l’idea che le barriere da abbattere non sono solo quelle architettoniche, ma anche quelle percettive e sensoriali; l’integrazione dell’allestimento museale con strumenti multimediali e completamento dei percorsi tattili a pavimento e, infine, la disseminazione dei risultati tramite pubblicazioni ed eventi.

Sono stati realizzati alcuni rilievi sperimentali che hanno prodotto risultati estremamente incoraggianti tra i quali, in particolare, la riproduzione “al vero” eseguita con una stampante 3D “full color” di uno dei busti fittili delle famose “donne medmee” di cui il sito archeologico è particolarmente ricco.

 

 

 

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