Rosarno, “Stessa storia, stesso posto stesso CIMITERO”

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Eccoci alle solite… Ogni qualvolta decido di andare a trovare mio padre ed arrivo davanti alla sua “residenza fissa”( il cimitero) da qualche anno a questa parte, puntualmente faccio retromarcia e torno a casa. Si, perché io figlia non sopporto l’umiliazione di vedere il mio papà e non solo, i miei nonni, i miei amici, i conoscenti e tutte quelle mille e mille anime, circondate dalla sporcizia. Ma di cosa stiamo parlando? Sempre delle stesse cose purtroppo. Avrei tanto voluto scrivere, di una Rosarno diversa, cambiata, migliorata, ma ahimè, non posso, e non perché io non voglia farlo ma perché  concretamente il progresso sembra un miraggio. Ogni tot mesi il problema cimitero si ripresenta e torna come i peggiori incubi nella testa ma soprattutto negli occhi di chi vede, guarda, osserva e scruta, negli occhi degli spettatori passivi, quali siamo. Purtroppo solo in quelli, perché chi dovrebbe occuparsi di risolvere ed una volta per tutte mettere la parola fine al problema della pulizia, sembra invece avere “complicazioni visive”. La morte, il dolore per la perdita di un parente o amico, è già di per sé straziante e, dovrebbe essere alleviato da una “piacevole passeggiata”, fatta di ricordi, in quel triste luogo, ove ognuno di noi possiede un pezzo di vita, di cuore, ed invece non diventa altro che una lunga e triste traversata nell’Acheronte, nel quale sembra si possano addirittura udire le urla delle anime lamentarsi, anime che abbiamo condannato noi a quell’INFERNO, non meritato. Dai cumuli di sporcizia, ai furti di ornamenti sacri e fiori, dalle aggressioni ai cavalli “sperduti” che pascolano indisturbati davanti al cancello calpestando, mangiando le corone di fiori e purtroppo anche impedendo(involontariamente) l’accesso alla struttura. Nel nostro paese anche morire è diventato un disagio, siamo riusciti a togliere la dignità ai nostri cari. Non ci resta che attendere all’ingresso del cimitero il celeberrimo cartello “LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CH’ENTRATE”, vivio morti che siate.

Giada Zurzolo

Per non dimenticare……….

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