Saccomanno: Salvini indagato: un film visto e rivisto. Possibili ingerenze di qualche magistrato nelle decisioni politiche

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L’articolo 52 della Costituzione della Repubblica Italiana afferma: La difesa della patria è sacro dovere del cittadino. Nel mentre, l’articolo 101 stabilisce: La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge. La Procura di Agrigento ha trasmesso un comunicato stampa per segnalare che, sostanzialmente, sta indagando sul Ministro degli Interni, sen. Matteo Salvini, e sul Capo di Gabinetto del Viminale, per “sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio”! La vicenda è quella nota del caso Diciotti, con a bordo i migranti provenienti dai paesi del mediterraneo. 

Frequento le aule di giustizia da oltre 40 anni e mi interesso anche di normazione. Ho affrontato processi difficili e complicati e ho il massimo rispetto della Magistratura e del difficile compito chele spetta. Specialmente, in mancanza di una classe dirigente politica all’altezza, che la costringe disvolgere anche la funzione di sopperire a mansioni che spettavano, certamente, a questa. Sono accanto a tutti i giudici che impegnano la loro vita, e nel silenzio, per difendere i cittadini e far rispettare le leggi dello Stato. Mi rendo conto che senza la loro fondamentale presenza e funzione la nostra Repubblica avrebbe perso quel senso profondo di civiltà e percorso altamente democratico. Non tollero, però, che tale funzione, fondamentale per uno Stato democratico, possa essere utilizzata, consapevolmente o non, per porre in essere atti contrari alla legge o, comunque, pesantemente condizionanti degli altri poteri che garantiscono la sovranità del popolo. 

E veniamo al dunque. Può un Procuratore della Repubblica influenzare, con propri provvedimenti, le decisioni politiche di un Governo che tendono a difendere i confini della patria? Può la Magistratura sindacare le determinazioni di un Ministro della Repubblica per atti e condotte rientranti nei propri poteri di indirizzo e di governo? Può un PM ipotizzare un presunto “sequestro di persona, un arresto illegale e un abuso d’ufficio” per un rappresentante del popolo Italiano che intende far valere la sovranità del proprio Stato rispetto a condotte parassitarie dell’Europa, difendendolo, tra l’altro, dall’ingresso, molto probabilmente, di clandestini, che, per legge,dovrebbero considerarsi soggetti da rimandare negli Stati di provenienza? Può, ancora, unProcuratore violare la legge favorendo, probabilmente, l’ingresso illegale in Italia di persone che dovrebbero, invece, essere perseguite per non avere i requisiti per poter chiedere asilo o altro?

A me sembra che a tali domande non si possa che rispondere negativamente. Specialmente, dinnanzi ad una possibile incompetenza territoriale, essendo rimasti i migranti fermi sulla nave Diciotti presso il porto di Catania che non appartiene alla giurisdizione della Procura di Agrigento. Forse, sarebbe stato più corretto verificare chi ha guidato queste povere persone verso l’Italia e se dietro questi ripetuti trasferimenti e sbarchi vi sia o meno la mano di associazioni a delinquere collegate in Italia. Forse, sarebbe stato più adeguato controllare se nel business della gestione dei migranti vi sia la mano delle mafie, per come evidenziato in Calabria, con una importante inchiesta. Forse, sarebbe stato più opportuno impegnare il proprio tempo e le già misere risorse in indagini più appropriate in un territorio difficile come quello siciliano. Comprendiamo che tutti siamo liberi di pensare e giudicare, ma è difficile pensare che ci possa essere per un Magistrato altro rispetto alla legge.

Confesso: mi sembra di rivedere un film visto e rivisto! Ma, forse, i tempi sono diversi. 

Avv. Giacomo Francesco Saccomanno        

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