Sissy Trovato Mazza – respinta archiviazione per la terza volta

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Il GIP di Venezia ha respinto, per la terza volta, la richiesta di archiviazione del caso di Sissy Trovato Mazza, la poliziotta calabrese, di Taurianova, uccisa da un colpo di pistola alla testa nell’ascensore dell’ospedale civile di Venezia dove si trovava in servizio esterno per verificare la situazione di una detenuta che aveva partorito.

Il gip ha ritenuto fondate le ragioni per cui i legali della famiglia di Sissy, sostengono che l’indagine non abbia ancora portato alla verità, e debba quindi proseguire colmando le lacune lamentate in questi anni.

Il Giudice continua a concordare con noi- riferiscono gli avvocati Girolamo Albanese ed Eugenio Pini- deve accertarsi dove effettivamente fosse il telefonino di Sissy quel giorno e le tracce sulla scena del delitto vanno approfondite con le migliori metodiche e con massimo scrupolo.”

È stata accolta la richiesta di acquisire i dati di localizzazione geografica del cellulare di Sissy, ricorrendo agli archivi di Google.

Quest’istanza, avanzata grazie al contributo dell’ing. Paolo Reale, mira a sopperire la mancata comunicazione da parte di Wind delle celle che il cellulare della poliziotta agganciava durante le chiamate senza risposta nei minuti immediatamente successivi al delitto mentre si trovava ancora nell’ospedale di Venezia. Dovranno essere acquisiti da Google i dati di localizzazione che, dovrebbero consentire di individuare con precisione il posizionamento, in quei frangenti, del telefono.

“Sapere dove si trovava il cellulare rinvenuto il giorno successivo in carcere, è conoscenza che può rivelarsi determinante. Continuiamo a credere che Sissy l’avesse con lei. E se questo fosse provato cambierebbe completamente la prospettiva delle indagini. L’accertamento investigativo accolto dal Gip, del resto, potrà offrirci certezze sul posizionamento, che non avremmo potuto avere con le celle- sottolineano gli avvocati.

Sul fronte della ricostruzione dinamica di quanto accaduto, il Gip ha concordato con i legali sul fatto che a questo punto occorre affidarsi a metodi sperimentali e non meramente teorici.

“È ciò che abbiamo potuto sostenere grazie alla preziosa collaborazione con il Generale Luciano Garofano che ha condotto una verifica sperimentale mediante delle prove da sparo in un ambiente identico per dimensioni all’ascensore.
Abbiamo dimostrato come il modello teorico utilizzato dai tecnici della Procura, che continuano a sostenere il suicidio, sconti parecchi deficit e che per stabilire cosa sia realmente successo, sia opportuno ricorrere a prove empiriche.
Adesso i consulenti della Procura avranno l’onere di confrontarsi con quanto abbiamo sperimentato. Il nostro auspicio è che questo ulteriore approfondimento non venga influenzato dalle conclusioni sinora raggiunte dagli investigatori.
Altre indagini riguarderanno le condizioni delle mani di Sissy immediatamente dopo l’accaduto per stabilire la presenza di tracce ematiche, rilevanti per la ricostruzione balistica, e le possibili conoscenze sul possesso del cellulare durante il servizio all’ospedale.
Il Giudice ha ancora una volta tenuto a ribadire che ogni ulteriore ​indagine, è secondaria rispetto all’accertamento dell’ipotesi omicidiaria.
Siamo soddisfatti del provvedimento e constatiamo che l’Autorità Giudiziaria veneziana stia operando con massimo rigore per la ricerca della verità, anche per sopperire le carenze iniziali.
Confidiamo ora che i nuovi approfondimenti investigativi possano fare definitiva chiarezza e restituire verità per Sissy- concludono gli avvocati Girolamo Albanese ed Eugenio Pini.

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