A Cosenza presentazione del bando Ricerca e Sviluppo del Fondo crescita sostenibile del Ministero dello Sviluppo Economico

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E’ stato presentato a Cosenza il bando ricerca e sviluppo del Fondo crescita sostenibile.

L’iniziativa, tenutasi ieri nella Sala degli Specchi in Piazza XV Marzo, è stata promossa dall’Ordine Provinciale degli Ingegneri, Confindustria di Cosenza, con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale.

L’on. Enza Bruno Bossio, che ha concluso l’incontro, ha sostenuto la giustezza della scelta del superamento del finanziamento a fondo perduto e l’efficacia di quello agevolato in conto capitale al fine di promuovere ricerca ed innovazione nelle imprese.

I contenuti del bando (di cui, tuttavia, non è stato ancor emanato il relativo decreto attuativo, previsto per il prossimo settembre) destinato a centri di ricerca e ad imprese di diverse tipologie (agro-industriali, dei servizi e dei trasporti) sono stati illustrati dalla dott.ssa Clelia Stigliano dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico.

Il bando prevede la concessione di finanziamenti agevolati per progetti di ricerca e sviluppo al fine di rafforzare la competitività delle imprese.

Alla convention è intervenuto anche il Presidente della Provincia on. Mario Oliverio.

Non sono mancate diverse osservazioni critiche, in particolare da parte di alcuni imprenditori e professionisti presenti e dalla prof.ssa Patrizia Piro, intervenuta nella qualità di delegata ai progetti europei del Rettore dell’Università della Calabria.

Se è stata apprezzata l’impostazione data dal Ministero che ha abbandonato la formula del finanziamento a fondo perduto, è stato anche rilevato come il bando presenti alcune criticità che ne rendono difficile l’attuazione nel contesto meridionale e calabrese.

I temi presenti nella discussione sono stati ripresi nel suo intervento conclusivo dall’on. Enza Bruno Bossio la quale ha affermato: “Inutile nascondersi che il precedente sistema a fondo perduto presentava il rischio che le imprese utilizzassero i finanziamenti previsti per la ricerca e l’innovazione solo per coprire i costi aziendali. Ed invece di ricerca ed innovazione le imprese meridionali e calabresi hanno urgente bisogno, come dimostra il loro alto indice di mortalità”.

“Tuttavia occorre superare – ha detto ancora l’on. Bruno Bossio – una idea dell’innovazione che alla fine si riduce, come spesso è avvenuto in passato, in un algoritmo che magari fa ottenere il finanziamento richiesto ma rimane chiuso e fine a se stesso e non si traduce in un progetto realmente fattibile. La collaborazione con le università ed in generale i centri di ricerca deve essere invece, in grado di produrre quella innovazione di processo e di prodotto necessario allo sviluppo ed alla competitività delle imprese. Le stesse università e gli enti di ricerca sono quindi chiamati a fare un salto di qualità: non è più possibile limitarsi ad una ricerca standard da vendere indifferentemente a tutte le imprese e a tutti i territori giusto per ottenere finanziamenti che poi non riusciranno a tradursi né in sviluppo né in innovazione, ma produrre davvero una ricerca nelle imprese e per le imprese in quel territorio e per quei specifici obiettivi aziendali”.

“Purtroppo – ha affermato la parlamentare del PD – finora si è dovuto registrare che l’aspettativa verso il fondo pubblico, con i suoi tempi lunghi ed indefiniti, ha spesso finito per uccidere le imprese. Ha ragione il premier Renzi quando pone l’obiettivo della sburocratizzazione come riforma prioritaria. La burocrazia è diventata, in alcuni casi, una vera e propria patologia se è vero come è vero, ad esempio, che è dal 2013 che si aspetta la firma di un decreto attuativo della legge 145 e che da oltre un anno la mancata emanazione dei regolamenti attuativi impedisce alle imprese di avviare gli investimenti”.

“E’ dunque necessario – ha concluso Enza Bruno Bossio – abbattere e rendere certi i tempi tra la decisione politica e la sua concreta attuazione. E’ questa la prima frontiera di quella lotta per la modernizzazione della pubblica amministrazione di cui parla Matteo Renzi”.

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