A Rosarno migranti sfruttati e in condizioni disumane

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L’organizzazione umanitaria Medici per i diritti umani (Medu) ha denunciato oggi alla Camera dei deputati le disastrose condizioni abitative, igienico sanitarie e lavorative di ”circa 2mila migranti” che ogni anno arrivano a Rosarno e nella Piana di Gioia Tauro per la raccolta degli agrumi. Medici per i diritti umani ha chiesto altresì al Governo e alla Regione Calabria, un piano di accoglienza’.
Secondo Alberto Barbieri, coordinatore generale di Medu ”Da febbraio abbiamo assistito 180 braccianti provenienti per lo più dall’Africa sub-sahariana, nelle baraccopoli e nei casolari abbandonati di Rosarno, San Ferdinando, Rizziconi e Taurianova”.

Tra i visitati, il 70% possiede un regolare permesso di soggiorno, il 45% è titolare di un permesso per protezione internazionale o motivi umanitari. L’89% lavora in nero e il 64% percepisce in media 25 euro al giorno. Sono poi per lo più uomini, under 35 (80%). Il 46% non riesce a lavorare più di tre giorni a settimana per turni di 7-8 ore; uno su quattro lavora anche 9-10 ore. Un terzo dei migranti riesce a consumare solo due pasti al giorno e la maggior parte delle malattie diagnosticate è legata alle ”pessime condizioni abitative e igienico sanitarie: vivono anche in 30-40 in stanze anguste e pericolanti”.

Barbieri ha altresì aggiunto come la tendopoli di San Ferdinando possa ospitare fino a 450 tende, ma in realtà  contiene il doppio di migranti ed ”è priva dei servizi più essenziali: i 40 mila euro stanziati dal Ministero dell’Interno per questa stagione sono stati usati per la disinfestazione e per il parziale ripristino della fornitura elettrica”. ”Servono risposte concrete e coerenti – ha insistito Barbieri – la Prefettura di Reggio Calabria si è e impegnata ad avviare un tavolo, bisogna lavorare da subito per un’inversione di tendenza”.
Pronta la replica di Khalid Chaouki (Pd), coordinatore dell’intergruppo immigrazione il quale ha affermato come ”Nelle prossime ore  possiamo provare a invitare a un tavolo informale i ministeri dell’Interno, dell’Agricoltura e del Lavoro assieme alle associazioni per individuare un nuovo modello di agricoltura”. ‘

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