Bruno Bossio: Non cancellare i giovani avvocati. Si discuta subito la proposta di legge per modificare riforma forense

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La riforma della professione forense varata dal governo Monti lede il diritto degli avvocati di esercitare “la professione in piena libertà autonomia e indipendenza”, come recita il codice deontologico.

Per questo ho aderito alla manifestazione nazionale degli avvocati che si è svolta oggi a Roma in piazza Cavour.

Mobilitazione nata all’insegna dell’hashtag #iononmicancello alla quale si sono unite anche le partite IVA iscritte agli ordini professionali e i freelance rientranti nella gestione separata dell’Inps e che chiede con forza una riforma degli ammortizzatori sociali, un sistema previdenziale equo, solidale e proporzionato al reddito e l’equità fiscale per gli iscritti all’ordine degli avvocati.

Proprio gli avvocati, in particolare i più giovani, rischiano infatti la cancellazione dall’albo e, quindi, la disoccupazione, in virtù di una norma illiberale, e cioè lo schema di decreto ministeriale (Regolamento recante disposizioni per l’accertamento dell’esercizio della professione) che attua l’articolo 21, comma 1, della riforma forense.

La norma, attualmente all’esame dei consigli forensi e degli ordini, vincola l’iscrizione all’albo degli avvocati ai requisiti di “abitualità, effettività, continuità e prevalenza”.

Si tratta di condizioni di difficile interpretazione e applicazione in una professione che, per sua natura, deve restare libera e indipendente da condizionamenti politici o economici, pena gravi ripercussioni sulla domanda di giustizia e sulla difesa dei diritti dei cittadini.

Come essere imparziali nella difesa del cittadino se proprio la norma impone condizionamenti economici in assenza dei quali il professionista potrà essere cancellato dall’albo? Come potranno gli avvocati che si occupano di cause sensibili, come quelle che hanno a che fare coi diritti umani, non vedere penalizzato il loro lavoro – prestato gratuitamente – da tale normativa?

Di qui la proposta di legge, proposta insieme al collega Ernesto Magorno che chiede l’abrogazione dell’articolo 21 della riforma forense.

Questa PDL deve essere immediatamente calendarizzata  e discussa in  Commissione Giustizia e in Aula al fine di pervenire alla sua approvazione e tutelare così le migliaia di difensori dei cittadini che rischiano la cancellazione dall’albo professionale.

 

 

Enza Bruno Bossio

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