Calabria: la denuncia di un padre: “Niente budget, mio figlio per il sistema sanitario calabrese può morire”

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Una triste storia che arriva da Locri e che avremmo voluto non raccontare e leggere. Il padre di un bambino affetto da tetraparesi spastica distonica ha presentato un esposto alla Procura di Locri affinché apra un’inchiesta su “chi è tenuto a predisporre e gestire i fondi necessari per i presidi sanitari”.

La vicenda nasce il 26 gennaio scorso quando Saverio Genovese è andato all’ufficio protesico di Siderno dell’Asp per la fornitura dei presidi per le funzioni vitali di suo figlio che respira mediante una cannula tracheostomica che va sostituita mensilmente e senza la quale il minore non può vivere.

All’ufficio l’uomo ha presentato la documentazione redatta dal reparto di neuropsichiatria infantile dell’ospedale Gemelli di Roma. “La risposta – si legge nell’esposto – è stata sconcertante: ‘non c’è budget’.

In pratica significa che per il sistema sanitario calabrese mio figlio può morire. Il tutto nonostante i presidi siano previsti, tra l’altro, dal programma operativo 2019-2021 della Regione Calabria”. Da qui la denuncia.

L’uomo ha anche chiesto un incontro al procuratore Luigi D’Alessio, al commissario alla sanità in Calabria Guido Longo e al direttore sanitario dell’Asp di Reggio Antonio Bray.

Saverio Genovese vuole andare fino in fondo e ha chiesto all’avvocato Andrea Daqua di assisterlo in questa battaglia legale che non riguarda solo la gestione dei fondi per i presidi sanitari. “Chi è tenuto a controllare l’effettiva destinazione dei fondi? – si domanda Genovese – Chi ha la responsabilità penale per il diritto di assistenza fin qui negato a mio figlio?”. Il bambino ha necessità di assistenza infermieristica specialistica, di riabilitazione logopedica e psicomotricità. Ma anche prestazioni relative alla funzioni respiratoria e alimentare e all’attività educativo-relazionale-ambientale.

“La sanità calabrese – scrive nell’esposto – omette negligentemente di garantire servizi ed assistenza al bambino con la naturale conseguenza che il malato rimane incurato mentre i genitori patiscono un vero e proprio calvario, costretti a girovagare senza meta nei meandri della squallida burocrazia, forse, ci chiediamo, creata ad arte per consentire la gestione clientelare del servizio pubblico e rendere impossibile l’accertamento di responsabilità penali ed amministrative”.

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