Controlli carabinieri Gioia Tauro – arresti e denunce

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Il Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro, nei giorni scorsi ha effettuato una attività di monitoraggio del territorio di competenza, con particolare attenzione alle aree interessate dal fenomeno della movida notturna. Durante i controlli, i carabinieri hanno arrestato un soggetto per evasione che, già sottoposto  agli arresti domiciliari a Taurianova, è stato sorpreso fuori dalla propria abitazione. Ripristinata nei suoi riguardi, lamisura cautelare a cui si era sottratto.

Nel medesimo contesto operativo, si inquadrano altresì, diversi controlli su strada e denunce a piedi libero nei confronti di 4 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, per i reati di guida in stato di ebbrezza, truffa e guida senza patente poiché mai conseguita, nei riguardi, in quest’ultimo caso di  un soggetto già noto alle forze dell’Ordine, originario di Locri, denunciato anche per falsa dichiarazione sulla propria identità, in quanto, all’atto del controllo, aveva  attestato agli operanti le generalità del fratello, nel tentativo di eludere la verifica sul reale possesso della patente di guida.

In ultimo, nell’ambito dello stesso dispositivo operativo, i carabinieri hanno arrestato 3 soggetti in esecuzione a provvedimenti emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi – Ufficio Esecuzioni Penali, giunti ad esito dell’iter processuale dell’operazione “Piana Stupefacente”, vasta indagine condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria che, il 23 gennaio 2020 era sfociata nell’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare a carico di 15 persone accusate, a vario titolo, di coltivazione, detenzione, acquisto e cessione di sostanza stupefacente, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di armi da guerra e comuni da sparo e ricettazione.

L’organizzazione, che aveva base nella piana di Gioia Tauro, aveva strutturato in maniera intensiva e industriale la produzione di marijuana. Sono state sequestrate quasi 13 milioni di dosi coltivate nei campi di Gioia Tauro e Taurianova, trasferite e commercializzate in alcune selezionate piazze di spaccio come Cortina d’Ampezzo. In quel frangente, l’attività di contrasto condotta in nove mesi di indagini, aveva consentito di sottrarre alla criminalità reggina oltre 100 milioni di euro. Quanto agli odierni arrestati, a nulla è valso il ricorso per cassazione presentato dai rispettivi difensori. La Corte di Cassazione ha infatti ritenuto corretto l’iter processuale seguito dalla Corte di Appello di Reggio Calabria.  

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