Gioia Tauro, premio Pina Alessio per la donazione degli organi

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“Donare…un gesto per la vita”: intorno a questo messaggio importante sul tema della donazione degli organi si è svolta, nel pomeriggio di ieri a Sala Fallara a Gioia Tauro, la prima edizione del premio della Fondazione “Pina Alessio Onlus”, che opera sul territorio in onore della giovane dottoressa scomparsa il 30 ottobre di due anni fa. Questo primo premio, istituito per riconoscere i meriti sociali e culturali di soggetti o enti che operano per la collettività, è stato consegnato alla “Banca degli occhi del Veneto Onlus” in quanto Pina Alessio, nel tragico avvenimento della sua morte, ha donato le cornee che sono giunte alla “Banca degli occhi”, che ha ridato la luce agli occhi di altre persone in attesa di trapianto. Un gesto nobile, di grande solidarietà, un gesto volontario che Pina aveva espresso in vita, in linea con il suo modo di essere, altruista e generoso con i suoi pazienti e non solo. Così, la consegna del premio è stata un’occasione per informare e sensibilizzare sull’importanza della donazione degli organi e distribuire in sala i moduli di dichiarazione di volontà a donare organi e tessuti, secondo la legge n. 91 del 1999. L’incontro, moderato dalla responsabile del comitato socio-culturale della Fondazione Maria Teresa Bagalà, ha avuto inizio con l’intervento del presidente Giuseppe Alessio, che riflettuto sulla stretta unione di donare-ricevere. Dopo i saluti dei rappresentati di Regione e Provincia Tilde Minasi e Domenico Giannetta, che hanno rivolto appoggio e plauso per le attività della Fondazione che si occupa di alleviare i disagi della società, ha preso la parola il vescovo della diocesi Oppido-Palmi mons. Francesco Milito. Il vescovo ha riflettuto sulla credenza comune di conservare l’integrità del corpo dopo la morte, smontata dal fatto che il momento tragico di una persona può diventare momento di luce e di rinascita per un’altra, in virtù di «un gesto  di coscienza ed altruismo». In rappresentanza della “Banca degli occhi del Veneto”, che è prima in Italia per trapianti di cornee e tessuti corneali ed invia cornee sia in Europa che nel mondo, c’era il suo direttore Diego Ponzin, che ha spiegato il trapianto di cornea e ha illustrato la triplice operatività della Fondazione che dirige: donazione, clinica, ricerca. Ponzin ha definito i donatori di organi «eroi sociali», e da questa definizione è partito anche Pellegrino Mancini, direttore del Centro regionale trapianti Calabria. Mancini ha illustrato l’aspetto clinico e giuridico della donazione di organi, che può avvenire solo in caso di cessata attività cerebrale e non in caso di donatori in coma. Si tratta di un gesto di amore incondizionato verso il prossimo, non di un obbligo ma di una scelta che ti arricchisce la vita e che la migliora o la salva al prossimo. Uno spazio è stato dedicato anche ad alcune testimonianze di pazienti che hanno subito trapianti, che hanno convinto molti presenti in sala, compresi i relatori, a compilare la dichiarazione di volontà. Infine, la consegna del premio al direttore Ponzin, una scultura realizzata dal maestro gioiese Cosimo Allera.

Raffaella Caruso

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