Il discorso del sig. Colonnello Falferi al bicentenario dell’arma a Reggio Calabria

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Oggi siamo qui convenuti non solo per celebrare l’anniversario di una fondazione, ma anche e forse soprattutto, per fare il bilancio di un anno di lavoro intenso, dedito, diuturno. Nello scorrere le pagine di questi ultimi dodici mesi di attività sono molte le difficoltà superate, i successi conseguiti e le cose che forse avremmo potuto fare meglio. Ma la cifra di questa operosità, resta salda e solida nella sua interezza. Sono i risultati a dirlo e lo sono ben oltre il clamore mediatico di alcune operazioni che pur riveste una sua funzione. Essa è fatta della meticolosa costruzione quotidiana di linee di azione concertate e di obbiettivi mirati. I numeri, nella loro asciutta sinteticità parlano di una messe operativa di valore assoluto, che ha consentito di ottenere risultati in costante crescita non solo sul piano della repressione dei fenomeni criminali, ma anche sul fronte della prevenzione, con dati incoraggianti in ordine ai reati consumati nel territorio.

L’aumento del numero dei servizi esterni, dei controlli su strada, degli arresti in flagranza, sono il segno di un opera che si sostanzia in fatti concreti ad esclusivo vantaggio della tranquillità delle popolazioni che sono state a noi affidate. Un’abnegazione al passo coi tempi, perché nella capacità di migliorare noi stessi è la chiave per una Istituzione affidabile, efficace ed efficiente.

Risultati che è stato possibile conseguire grazie alla cooperazione fra tutte le forze di polizia, fino a formare un perfetto mosaico di intenti e di volontà.

Certo, appare evidente, anche agli occhi meno esperti, come vi siano aree ove l’intervento potrebbe essere più produttivo, come nel contrasto alle molteplici sfaccettature dei fenomeni estorsivi ed usurari; ma su di essi larga parte ha anche la necessità di una ancor maggiore collaborazione della cittadinanza, di ampi settori economici, imprenditoriali e dell’associazionismo. Collaborazione che oggi può senza tema di smentita fondarsi sulla fiducia in una squadra Stato forte, coesa ed assolutamente determinata. Quello che viene chiesto non è pertanto un atto meramente fideistico, ma piuttosto il logico affidamento ad un gruppo di persone fortemente motivate nel conseguire risultati volti, esclusivamente, al bene di questa collettività.

Non è necessario riprendere ancora temi più volte affrontati ed a noi tutti molto cari poiché profondamente sentiti, ma la presenza di una rappresentanza degli studenti di alcuni licei reggini mi esorta a lanciare nuovamente un messaggio di sprone e di fiducia nel futuro, poiché siamo certi che sia nelle nuove generazioni il potere di mutare l’attuale stato delle cose sollevando questo territorio dal malsano torpore della coscienza civile cui alcuni vorrebbero condannarlo. In ciò larga parte deve avere una maggiore fiducia nelle istituzioni che quotidianamente combattono la criminalità in tutte le sue nefaste accezioni e fra esse rammento a voi giovani l’Arma dei Carabinieri. L’Arma raccoglie ogni giorno il guanto della sfid; esorto voi tutti ad avere fiducia in noi ed a tramutare questo affidarsi in gesti di concretezza solo apparentemente ordinaria: gesti che parlano di rispetto dell’altro e più in generale di rispetto delle regole della civile convivenza. Ciò richiede un superiore eroismo, quello del sacrificio quotidiano, che rifugge le scorciatoie del malaffare e della convenienza personale. Cari ragazzi, dico a voi ma rammento a noi tutti chiamati ad un pubblico servizio, che l’onestà, quella vera, è creatura delicata, nemica dei riflettori e del tornaconto personale perché è fatta dell’umile lavoro di tutti i giorni.

Ancora una volta sento la necessità nel corpo di questo mio breve intervento, di porgere il mio più profondo ringraziamento agli uomini ed alle donne dell’Arma dei Carabinieri di questa Provincia.

Agli allievi di questo Istituto mi rivolgo, col preventivo assenso del loro Comandante ed amico il Col. Gagliano: per alcuni fra voi questo è il primo anniversario di fondazione dell’Arma cui prendete parte da componenti della nostra grande famiglia: sono certo in voi siano ben presenti i sentimenti di orgoglio d’appartenenza e di fierezza; ricordate tuttavia che essi sono niente senza la lucida consapevolezza della necessità di coltivare quotidianamente lo spirito di sacrificio ed il senso profondo e sincero, del nostro essere servitori dello Stato. In me, come so per certo nel Col. Gagliano Comandante di questo Istituto d’istruzione, v’è l’intima fierezza e l’orgoglio intimamente sentito di essere i vostri comandanti e ricordo a noi tutti che indossare questa uniforme ed i suoi gloriosi alamari è un onore che non ripagheremo mai abbastanza.

L’anno appena trascorso è stato foriero come poc’anzi ho detto di grandi risultati, per nella complessità delle problematiche che sono state affrontate e nella pluralità degli attori in campo. Ciò è sintomo che il successo è possibile e che non utopico pensare vi siano risorse in questa terra in grado di sprigionare energie tali da cambiare il corso delle cose. Troppo di sovente si sente parlare del potere di condizionamento del crimine sulla vita delle persone ed allora mi sia per una volta consentito di invocare qui oggi il potere di condizionamento dello Stato attraverso la sua Costituzione, le Sue legge ed i Suoi uomini più fedeli, poiché attraverso questo condizionamento benigno si possano creare le condizioni con la collaborazione fattiva di tutti per una reale capacità di influire sul territorio attraverso stili di vita coerenti con i superiori valori di una vera convivenza civile e democratica. L’auspicio è che noi Carabinieri si possa ogni giorno contribuire a proteggere la vita delle istituzioni democratiche di questo Paese, così da garantire l’esistenza in Esso di una rete di legalità veramente forte e vitale.

Viva L’Italia, Viva L’Arma dei Carabinieri .

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