La ndrangheta dietro il Santuario di Natuzza

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I sospetti che da marzo aleggiano intorno al “Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime”, struttura fortemente voluta da Natuzza, circa un coinvolgimento della ndrangheta dietro la sua costruzione iniziano ad avere sempre più fondamento.

Nell’operazione denominata Black Money, che ha portato all’arresto di 24 presunti affiliati del clan Mancuso di Limbadi sarebbero emersi coinvolgimenti della cosca al fine di garantire la tranquillità dei lavori nei cantieri delle opere in costruzione e l’ingerenza della stessa nella fornitura del calcestruzzo per la costruzione della Chiesa.

Come riportato dal quotidiano della Calabria Padre Michele Cordiano, direttore della Fondazione  e confessore di Natuzza Evolo, avrebbe ammesso, nel marzo del 2003, nel corso di un interrogatorio innanzi alla Guardia di Finanza, di aver concesso un appalto a Pantalone Mancuso, al fine di garantire la tranquillità sui cantieri.

Ai finanzieri padre Cordiano ha anche ammesso: “Nella scelta di assecondare il suggerimento di Mancuso Pantaleone ho inteso anche garantire quella che io consideravo una “tutela ambientale” al raggiungimento dello scopo finale nella realizzazione dell’opera e pertanto appariva superfluo un confronto con altre proposte di fornitura di calcestruzzo”.

Redazione online

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