Manifestazione armi chimiche, quando alle parole seguiranno i fatti?

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L’ormai nota vicenda sul trasbordo delle armi chimiche siriane al porto di Gioia Tauro ha evidenziato per l’ennesima volta, se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, i limiti della classe politica e soprattutto il “pecoronismo” (lasciatemi passare la licenza “poetica”) di noi calabresi, e cittadini della Piana in particolare. Sempre pronti a manifestare per cause già perse in partenza, e senza soprattutto conoscere particolari, iter e reali rischi, tutto questo perchè fa “figo”, accantonando invece in un angolo per noia o pressapochismo le battaglie che dobbiamo combattere e possiamo vincere. Alla manifestazione di oggi a San Ferdinando si udiva un leit motiv ricorrente tra manifestanti e autorità presenti: forse non otterremo quello che vogliamo, ma la Piana con questa manifestazione dimostra che è presente e non si gira dall altra parte. Quindi, in sintesi, la manifestazione di oggi, oltre a far saltare un giorno di scuola per la loro felicità ai numerosi studenti accorsi, oltre a dare spazio all ars oratoria dei politici presenti, lancia un bel messaggio: sappiate che dopo che decidete senza consultarci su iniziative nel nostro territorio, sappiate che dopo che tutto è stato deciso e stabilito, dopo tutto ciò noi manifestiamo per dire no a quello che sarà fatto ugualmente a prescindere da quanti siamo e da quel che diciamo. Il tutto si badi bene senza essere bene informati sui reali rischi, essendo sufficiente lo spauracchio armi chimiche siriane per far scendere un popolo in piazza. Tutti in questi giorni siamo diventati esperti di diritto internazionale, dei trasporti, chimica, per non parlare delle innumerevoli conoscenze sfoggiate nelle chiacchere da bar sulle dinamiche interne del Porto di Gioia Tauro. Ma politici e noi cittadini dove eravamo quando i portuali sono stati mandati in cassa integrazione, il tutto nel solito assordante silenzio? Sarebbe bello che quello stesso popolo scendesse in piazza per battaglie che si possono vincere e che per dovere dei nostri posteri avremmo il dovere di combattere, e non invece per farci ricordare come quelli che nonostante tutto hanno manifestato. Sarebbe utile manifestare prima delle manovre finanziarie, contro tutte le discriminazioni verso il sud, contro gli imprenditori del nord che vengono rubano e scappano, contro le pressochè nulle politiche del lavoro, contro chi è stato in grado non riuscendo a compilare una domanda a non far ottenere alla Calabria nemmeno un euro sulla ricerca da parte del Ministero della Salute, contro le politiche europee che stanno affossando l’agricoltura, il tutto tra il silenzio assendo di molti dei nostri rappresentanti. Per non parlare delle strutture sanitarie fatiscenti e inadeguate, dei trasporti da terzo mondo ecc. Si potrebbe continuare all’infinito, ma in cuor nostro tutti sappiamo per cosa si deve combattere e vincere, con azioni concrete e non con parole che il vento si porterà via. Perchè, facendo un esame di coscienza, se continuiamo a girarci sempre dall’altra parte, della Calabria e dei calabresi resteranno solo macerie, e non per i danni provocati dalle armi chimiche.

Angelo Zurzolo

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