Maxi truffa all’Inps, scoperti 517 falsi braccianti in Calabria

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È di circa 1,8 milioni di euro l’ammontare di una presunta truffa che sarebbe stata operata da uno pseudo imprenditore agricolo della Sibaritide ai danni dell’Inps e scoperta dai finanzieri dopo una complessa attività investigativa. Secondo gli investigatori la truffa avrebbe riguardato indennità agricole erogate illegittimamente e contributi Inps dovuti e non versati. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, avrebbe permesso di appurare il modus operandi dell’imprenditore finalizzato a consentire a terzi di percepire le indennità previdenziali ed assistenziali.

IN PARTICOLARE, secondo gli inquirenti, l’imprenditore attraverso dei falsi contratti di fitto o comodato di terreni, avrebbe documentato all’Inps una rilevante disponibilità di fondi agricoli idonei a giustificare, con riferimento al periodo 2007-2013, l’assunzione di cosiddetti Otd (operai agricoli a tempo determinato), per oltre 40 mila giornate lavorative. A tale scopo – sempre secondo gli investigatori – avrebbe predisposto fraudolentemente tutti i documenti necessari per legittimare l’impiego della manodopera; avrebbe inoltrato una denuncia aziendale (il modello D.A.) per ottenere il rilascio dall’istituto previdenziale del relativo codice Cida, indispensabile per l’invio trimestrale dei modelli DMAG (dichiarazione di manodopera agricola) e la conduzione dei terreni; avrebbe dichiarato falsamente all’INPS, di aver impiegato complessivamente 517 operai a tempo determinato, per 41.420 giornate complessive; infine avrebbe giustificato l’effettivo esercizio dell’attività d’impresa, e quindi l’impiego dei lavoratori dichiarati, anche attraverso la presentazione delle relative dichiarazioni dei redditi.

L’imprenditore, così, avrebbe, ha indotto in errore l’Ente Pubblico erogatore sula sussistenza dei requisiti di legge, ottenendo l’erogazione delle indennità a favore degli Otd comunicati dall’azienda agricola: nel dettaglio 431 per disoccupazione agricola; 352, per malattia; 31 per maternità e 18 per congedo parentale; il tutto per un importo complessivo di circa 1,4 milioni di euro. Inoltre, gli accertamenti condotti avrebbero consentito di appurare che l’azienda agricola, per il periodo dal 2007 al 2012, avrebbe omesso di versare i relativi contributi previdenziali INPS quantificati in oltre 400 mila euro.

Tutte le situazioni penalmente rilevanti emerse a carico del titolare dell’azienda agricola interessata dagli accertamenti sono state segnalate alla Autorità Giudiziaria. Al termine dell’attività sono stati individuati quindi 517 braccianti agricoli la cui posizione è al vaglio della stessa autorità competente in relazione alle indennità indebitamente percepite.

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