Ndrangheta, 15 condanne e sette assoluzioni per il clan Mancuso

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Giovanni D'Aloi

Quindici condanne e sette assoluzioni per gli imputati nel processo che riuniva le operazioniBlack money“, “Purgatorio” ed “Overseas“, e che vedeva alla sbarra presunti affiliati del clan di ndrangheta dei Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), accusati a vario titolo dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, usura ed estorsione. Il gup di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo ha comminato complessivamente sessanta anni di carcere agli imputati giudicati con la formula del rito abbreviato, il pubblico ministero Marisa Manzini aveva invece chiesto condanne per complessivi 121 anni.

Queste le condanne: 8 anni e 7 mesi per Giovanni D’Aloi; 6 anni e 6 mesi Giuseppe Costantino; 5 anni e 6 mesi Fabio Costantino; 5 anni e 6 mesi Giuseppe Raguseo; 5 anni e 6 mesi Antonio Cuturello; 5 anni e 4 mesi Mario De Rito; 4 anni e 10 mesi Antonio Pantano; 5 anni e 5 mesi Francesco Tavella; 1 anno Antonio Campisi; 2 anni il commercialista di Catanzaro, Ercole Palasciano; 1 anno Giuseppe Ierace, anche lui commercialista di Catanzaro; 1 anno e 6 mesi Francesco Labate, avvocato di Reggio Calabria, 2 anni e 10 mesi Domenico Musarella, di Campo Calabro (Rc)

Sono invece stati assolti: Antonio Maccarone (genero del boss Pantaleone Mancuso cl. ’47) per il quale il pm aveva chiesto 5 anni e 6 mesi; l’imprenditore vibonese Domenico De Lorenzo (5 anni la richiesta); l’imprenditore edile Antonio Mamone (5 anni la richiesta); l’imprenditore Bruno Marano (5 anni la richiesta); il latitante Nunzio Manuel Calla’ (5 anni la richiesta); Gabriele Bombai (5 anni la richiesta) che è stato scarcerato; Salvatore Accorinti (5 anni la richiesta).

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