Operazione Quadrifoglio, i Mancuso coinvolti nei lavori per l’Expo

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Politici, imprenditori e affiliati alla ndrangheta, sarebbere coinvolti nell’Operazione Quadrifoglio che ha portato all’arresto di tredici persone  nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano sulle infiltrazioni della ndrangheta al nord. Tra gli arrestati ci sono quattro esponenti della famiglia Galati radicata in provincia di Como e che sarebbe espressione in Lombardia della cosca dei Mancuso, operante nella provincia di Vibo Valentia. Tra i destinatari dell’ordinanza firmata dal gip di Milano Alfonsa Ferraro, su richiesta del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini e dei pm Paolo Storari e Francesca Celle, figura  il  boss Antonio Galati originario di Mileto, suo figlio Giuseppe e altri parenti, che sarebbero secondo gli inquirenti  affiliati alla cosca Mancuso di Limbadi  (VV). Erano i Galati, a gestire gli affari del clan in Lombardia.
Gli indagati  sono accusati di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di denaro di provenienza illecita, abuso d’ufficio, favoreggiamento, minacce e danneggiamento mediante incendio.
Le indagini hanno evidenziato come Giuseppe Galati, 43 anni, abbia continuato a gestire dal carcere,  due società edili, titolari tra l’altro di alcuni subappalti in alcuni cantieri della «Tangenziale Est Esterna di Milano»

In manette anche Luigi Addisi, ex assessore Pd di Rho (Milano), imparentato con Pantaleone Mancuso.

Secondo il Ilda Boccassini “L’operazione conferma quanto ormai sancito dalla Cassazione con la sentenza ‘Infinito’ (la maxi.inchiesta sulle infiltrazioni della mafia calabrese in Lombardia, ndr) e cioè l’esistenza delle ‘locali’ in Lombardia che hanno un capillare controllo del territorio”, commenta con amarezza la Boccassini nella conferenza stampa in cui sono stati illustrati i risultati del blitz contro la ‘ndrangheta. “Dopo ‘Infinito’ nulla è cambiato: questa è la riflessione che dobbiamo fare. Evidentemente, come ha detto la Cassazione proprio in relazione al processo ‘Infinito’, dalla ‘ndrangheta si può uscire solo in due modi, o con la morte o diventando collaboratori e dandosi allo Stato”.

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