Operazione Totale Reset, disposta Sorveglianza Speciale nei confronti di 14 persone. I nomi

32

Nel corso dell’Operazione Totale Reset che ha portato alla confisca di beni per circa 21 milioni di euro ritenuti dagli inquirenti appartenere alla cosca Pesce di Rosarno, altresì, è stata disposta l’irrogazione della misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di P.S., con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza e il versamento di una cauzione in denaro nei confronti dei seguenti sodali della summenzionata cosca:

  • P. G. cl.’80 – figlio secondogenito del capocosca P. A. cl.’53 “T.”, in atto detenuto – dalla sua spontanea presentazione all’A.G., avvenuta il 13.5.2013, dopo oltre tre anni di latitanza – dovendo scontare una condanna ad anni 16 di reclusione e odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni quattro;
  • P. F. cl.’79 – figlio di P. G. cl.’54, detto “P.” (deceduto nel settembre 2010, germano del detenuto capo cosca P. A. cl.’53 “T.”) – con il ruolo di strumento di collegamento e trasferimento di comunicazioni e ordini tra il citato P. A. e gli altri associati in particolare con il padre, nonché per lo svolgimento delle attività mafiose da quest’ultimo direttamente impartitegli, in atto detenuto, dovendo scontare una condanna ad anni 12 di reclusione e odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni tre;
  • P. F. cl.’84 – figlio del boss P. S. cl.’61 “B.” – sodale con funzioni operative, nell’approvvigionamento e detenzione di armi, esecuzione di rapine ai danni di imprenditori, atti intimidatori nei confronti di esercenti attività commerciali, nonché nel settore degli omicidi per conto del sodalizio criminale, in atto detenuto, dovendo scontare una condanna ad anni 25 e mesi 8 di reclusione e odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni quattro;
  • P. R. cl.’84 – primogenito di P. S. cl.’63 l’ultimo dei germani del ramo genealogico del capocosca A. cl.’53 “T.” – partecipe con funzioni operative nel settore degli omicidi per conto del sodalizio criminale, in atto detenuto, dovendo scontare una condanna ad anni 12 di reclusione e odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni tre;
  • P. V. cl.’86 – fratello del predetto R. cl.’84 – partecipe con funzioni operative, nell’approvvigionamento e detenzione di armi, esecuzione di rapine e atti intimidatori nei confronti di esercenti attività commerciali, in atto detenuto, dovendo scontare una condanna ad anni 16 e mesi 8 di reclusione e odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni tre;
  • D. F. cl.’79 – inteso “B.” – sodale con funzioni operative nell’approvvigionamento e detenzione di armi, esecuzione di rapine ai danni di imprenditori, atti intimidatori nei confronti di esercenti attività commerciali – in atto detenuto dovendo scontare una condanna ad anni 19 e mesi 6 di reclusione e odierno destinatario dell’aggravamento di ulteriori anni due della Sorveglianza Speciale di P.S. già precedentemente irrogatagli per anni 1 e mesi 6;
  • F. M. cl.’49, capo e promotore del G. F. sul territorio calabrese e delle relative ramificazioni operative in Lombardia, stabilmente dedito alla cura degli affari illeciti della cosca p., compiti di pianificazione, organizzazione ed esecuzione delle attività estorsive e del traffico di sostanze stupefacenti, in atto detenuto dovendo scontare una condanna ad anni 17 di reclusione e odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni quattro;
  • F. A. cl.’84, partecipe con funzioni operative, nell’approvvigionamento e detenzione di armi, esecuzione di rapine ai danni di imprenditori ed atti intimidatori nei confronti di esercenti attività commerciali, in atto detenuto dovendo scontare una condanna ad anni 9 e mesi 8 di reclusione e odierno destinatario dell’aggravamento di ulteriori anni due della Sorveglianza Speciale di P.S. già precedentemente irrogatagli per anni 3;
  • F. D. cl.’81 – inteso “M. F.” – sodale con funzioni operative, nell’approvvigionamento e detenzione di armi, esecuzione di rapine ai danni di imprenditori ed atti intimidatori nei confronti di esercenti attività commerciali, in atto detenuto dovendo scontare una condanna ad anni 16 di reclusione e odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni tre;
  • P. R. cl.’72 – genero del boss P. S. cl.’61 “B.” – sodale con funzioni operative, nell’approvvigionamento e detenzione di armi, esecuzione di rapine ai danni di imprenditori ed atti intimidatori nei confronti di esercenti attività commerciali, in atto detenuto, dovendo scontare una condanna ad anni 21 e mesi 2 di reclusione e odierno destinatario dell’aggravamento di ulteriori anni due e mesi sei della Sorveglianza Speciale di P.S. già precedentemente irrogatagli per pari durata;
  • P. A. cl.’60, partecipe della c.d. “cellula lombarda” della Cosca P. e punto di riferimento per il controllo di ampi spazi del territorio milanese e per lo sviluppo in quella zona delle attività delittuose ivi esercitate, in atto detenuto, dovendo scontare una condanna ad anni 13 di reclusione e odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni tre;
  • T. A. cl.’59, partecipe al sodalizio criminale con il ruolo di intestatario fittizio o, comunque, di intermediario nell’attività di intestazione fittizia di beni ed attività economiche facenti capo a P. S. cl.’61 “B., volta al reimpiego di capitali illeciti del gruppo, condannato ad anni 2 e mesi 6 di reclusione e odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni due;
  • D. G. cl.’56 – inteso “T.” – avente all’interno del sodalizio criminale funzioni operative nel settore del traffico di sostante stupefacenti e delle estorsioni, assolto nell’ambito del procedimento del procedimento penale 4302/06 convenzionalmente denominato “All Inside”, odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni tre;
  • L. C. cl. ’65, soggetto responsabile della cosca per gli investimenti in Lombardia e in territorio estero, da ritenersi tra gli elementi di spicco del Clan P. operante in detta area geografica nonché il tesoriere e liquidatore delle spese legali per conto del GRUPPO F., in atto detenuto – dopo il suo arresto avvenuto il 10.3.2011 in Spagna laddove si era rifugiato per sfuggire al provvedimento cautelare di cui era destinatario sin dal 28.4.2010 – dovendo scontare una condanna ad anni 17 e mesi 10 di reclusione e odierno destinatario della Sorveglianza Speciale di P.S. per anni tre.

Proprio in relazione al predetto L. C. cl.’65, attesa la proiezione transnazionale del soggetto, è stata posta particolare attenzione investigativa grazie alla quale è stato possibile individuare e circoscrivere il luogo, ove lo stesso L. C. ha trascorso parte della sua latitanza.

Grazie al successivo coordinamento internazionale tra l’Autorità Giudiziaria austriaca e la locale Procura Distrettuale Antimafia è stato possibile giungere al sequestro e confisca della suindicata prestigiosa villa di oltre 300 mq, ubicata nell’area residenziale del comprensorio di Baden nella bassa Austria.

Si tratta di uno dei pochissimi casi a livello internazionale di applicazione da parte di una Autorità Giudiziaria estera di una misura di prevenzione patrimoniale prevista dalla legislazione italiana.

A dimostrazione delle enormi possibilità economiche e finanziarie del clan di ‘ndrangheta Pesce, nonché a conferma del ruolo di “tesoriere della filiale lombarda” del predetto L. C., è emerso, infatti, come quest’ultimo e la moglie rumena, C. C. A. cl.’80, avessero la disponibilità, di carte di credito – tra cui la particolare “AMERICAN EXPRESS CENTURION”, conosciuta anche come “CARTA NERA” o “BLACK” – solitamente rilasciata dall’American Express a clienti particolarmente facoltosi, considerati avere nella loro disponibilità di credito provviste rientranti nell’ordine di milioni di euro.

Difatti, nel corso della complessa attività info-investigativa – originata da una missiva della Polizia Criminale austriaca di Molding – era emerso che il L. C., all’inizio del 2009, aveva acquistato – in contanti – a Baden, storica località termale austriaca, una villa di rilevante pregio e del valore di oltre 1 milione di euro, intestandola alla moglie C. C. A. cl.’80 e, subito dopo, aveva commissionato ed eseguito sulla stessa ingenti lavori di ristrutturazione, per costi di oltre un milione e 500.000 euro, anch’essi pagati esclusivamente, con denaro contante e senza il rilascio della relativa documentazione fiscale, condizione questa espressamente dettata dal committente.

Successivamente, venuto a conoscenza del provvedimento custodiale del 28.4.2010 emesso nei confronti di quaranta appartenenti alla “cosca P.”, l’allora irreperibile L. C. cl.’65 aveva repentinamente provveduto ad alienare i suoi beni di maggior valore intestati alla coniuge rumena; in particolare, procedendo alla cancellazione dal registro delle immatricolazioni austriaco, per trasferimento all’estero, di una Porsche Cayenne Turbo nonché alla cessione della villa ad un cittadino rumeno I. V., al prezzo di “soli” 900 mila euro a titolo di “compensazione” di un asserita pregressa situazione debitoria, transazione questa poi rivelatisi – in virtù di circostanziati elementi successivamente acquisiti – palesemente fittizia e funzionale alla sottrazione del bene dall’eventuale applicazione di provvedimenti cautelari e/o ablativi.

Tra l’altro, il citato L. C. veniva tratto in arresto a Madrid (Spagna), medesima città ove risiedeva stabilmente il cittadino acquirente rumeno della prestigiosa villa.

L’odierna operazione, in sintesi, ha ulteriormente avvalorato l’ormai noto assunto investigativo – mutuato in specifico giudicato cautelare e giudiziario – attestante come la “Cosca P. di Rosarno” si avvalga della collaborazione di una nutrita schiera di soggetti, legati al clan da stretti rapporti di parentela e/o, comunque, dalla comune provenienza territoriale, per reinvestire i proventi delle varie illecite e/o “para-lecite” in attività lecite, anche con proiezioni ultra-nazionali, avviando così un piccolo e silente processo di colonizzazione di territori esteri, ove la legislazione interna ancora non riconosce la figura giuridica dell’associazione per delinquere di stampo mafioso.

Infatti, l’aggressione dei patrimoni illeciti, detenuti nello Stato estero, è stata possibile contestando il reato di riciclaggio, previsto anche dal Codice Penale austriaco all’art. 164 – comma 1, a carico di C. C. A. e I. V. a fronte della contestazione dell’A.G. italiana del reato di cui all’art. 416-bis “associazione per delinquere di stampo mafioso” e art. 629 “estorsione” nei confronti di L. C., non ravvisabile tuttavia nella similare fattispecie giuridica di cui all’organizzazione criminale, ex art. 278 C.P. austriaco, o di un’organizzazione terroristica, ex art. 278b C.P. austriaco.

Articolo precedente A Polistena Giornata Internazionale Unesco del jazz 2015
Articolo successivoOppido, Sindaco e Amministrazione preoccupati per trasferimento posti letto Ospedale