Rao: sono il solo da anni, a rivendicare giustizia per l’agricoltura reggina

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Leggo alcune dichiarazioni sulla stampa rilasciate da rappresentanti di Organizzazioni Agricole nonché da parte di Consiglieri Regionali che chiedono il riconoscimento dello stato di calamità naturale in conseguenza della polvere lavica proveniente dall’Etna. Bene, anzi benissimo. Ed al riguardo, rassicuro l’intero comparto agricolo che il Settore Agricoltura della Provincia ha già avviato quanto di competenza per delimitare il territorio ed accertare l’eventuale sussistenza di danni.

Qualcuno non dimentichi, tuttavia, che non è la prima volta che la cenere vulcanica determina danni all’agricoltura del nostro territorio. Esattamente due anni fa, il comparto ha subito danni ingenti in conseguenza di tale evento calamitoso. A fronte di quei danni e dello scrupoloso espletamento delle procedure da parte della Provincia, la Regione pensò bene, nonostante le rassicurazioni dell’allora Assessore Trematerra, di liquidare la “pratica” con laconiche cinque righe di rigetto stabilendone la non possibilità di ammissione alle provvidenze. Ed anche in quell’occasione, come in altre, il sottoscritto, nella sua qualità di Assessore  provinciale all’Agricoltura rimase il solo a rivendicare, senza fortuna, attenzione per gli agricoltori reggini.

Come sono il solo, da anni, a rivendicare giustizia per l’agricoltura reggina per ovviare allo scippo ed alle furberie del 2009, quando la Regione Calabria decise di utilizzare i fondi ministeriali destinati all’agricoltura reggina  per le gelate del 2007/2008 per destinarli al “caldo d’inverno ” che aveva colpito il Crotonese.

Occorre dirsi con franchezza che il serio rischio che si corre è quello di non essere più credibili con gli agricoltori reggini. Non ha senso illudere gli agricoltori, mettere in moto un meccanismo complesso e dispendioso sia per le aziende che per la Provincia, quando poi i soldi che arrivano dal Ministero in Regione vengono distratti ed utilizzati per altri scopi. O, peggio, come nel caso delle piogge alluvionali del 2011 e della siccità 2012 (circa 1,5 milioni di Euro), immotivatamente fermi in Ragioneria regionale da anni senza che nessuno abbia la volontà e la serietà di capirne le cause.

È arrivato il tempo dei fatti e finito quello delle parole. Come molti sanno, su mio input la Provincia di Reggio Calabria ha deciso di agire in giudizio contro la Regione che, a questo punto, di fronte ad un giudice dovrà dare conto del suo operato, chiaramente volto a privilegiare nel corso degli ultimi anni alcuni territori e penalizzare altri. Non è più accettabile infatti il disinteresse offensivo della istituzione regionale e dispiace che il Presidente Oliverio, che pure mi avevano definito persona sensibile e disponibile sui temi dell’agricoltura, si stia dimostrando in tale ambito un fallimento clamoroso.

Ai Consiglieri Regionali che hanno sottoscritto e fatto approvare un Ordine del Giorno in Consiglio, chiedo di far precedere, questa volta, i fatti alle parole. Anziché immaginare tavoli tecnici e concertativi provino a sbloccare subito i fondi per le calamità 2011 e 2012 e ridiano inoltre all’agricoltura reggina i 2 milioni di euro scippati nel 2009. Sarebbe l’inizio di un nuovo corso. Una buona notizia per l’agricoltura reggina.

 

Gaetano RAO

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