Ricordo dell’impegno antindrangheta del rosarnese Valarioti in un libro “L’utopia di un intellettuale”

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Tra le tante “resistenze” contemporanee, c’è quella alla ndrangheta.

Per questo l’ANPI della costituenda Sezione “Ruggero Condò”, consapevole dell’importanza di una memoria da concretizzare nel presente per guardare ad un futuro di progresso, ha organizzato la presentazione de “L’utopia di un intellettuale”, il libro di Rocco Lentini su Giuseppe Valarioti, coraggioso militante comunista rosarnese ucciso dalla ndrangheta nel 1980 all’età di 30 anni.

A testimoniare il valoroso esempio di etica ed impegno personale e civile di Valarioti contro la criminalità organizzata, sabato 19 marzo, alle ore 18, presso lo Spazio Open di via Filippini 25, saranno lo stesso Lentini, Peppino Lavorato (già deputato PCI ed ex sindaco di Rosarno), Giuseppe Morabito (avvocato) e Giulia Zanfino (giornalista e regista). L’evento, coordinato dalla giornalista Anna Foti, si potrà seguire in presenza, nel rispetto delle norme anticovid, e in remoto, collegandosi al link https://www.facebook.com/COMITATO-PROVINCIALE-ANPI-REGGIO-CALABRIA-114441545272088/. “L’utopia, il disegno di una società perfetta, proiettata in una dimensione spazio-temporale indefinita e possibile, nella quale gli uomini avrebbero potuto realizzare una convivenza felice, ordinata, pacifica, e il bene collettivo. Questo fu l’impegno politico e intellettuale di Giuseppe Valarioti. Non un sogno, una speranza illusoria, effimera, irrealizzabile, piuttosto un desiderio, un progetto, poggiato su gambe robuste, da perseguire e raggiungere” si legge nella quarta di copertina di libro.

“Amò la Calabria e la sua storia, i contadini, i giovani, amò Medma e la sua storia antica. La difese e la voleva valorizzare per la elevazione culturale del nostro popolo. Amò la musica, le arti, la bellezza, che voleva fossero godute da tutti e soprattutto dai poveri. Difesa del patrimonio storico, ambientale, artistico, culturale sono tracce importanti del suo pensiero e di una lotta che dobbiamo continuare e perseguire” c’è scritto ancora.

“Di questa lotta è stato parte importante, senza mai tirarsi indietro, con il suo carico di intelligenza, la sua cultura, i suoi valori, la sua straordinaria visione prospettica. Le inquietudini di quel tempo, del nostro tempo, e le vicende in cui maturò il suo assassinio rilette a distanza di quarant’anni, fanno emergere un quadro d’insieme e intrecci tuttora al centro di vicende giudiziarie che segnano la Calabria non senza elementi di novità. Come sempre ciò che siamo è frutto di quanto non abbiamo compreso, di lotte perse o non combattute” è l’ultimo passaggio relativo al libro di Lentini.

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