Rosarno, dopo il servizio delle Iene il paese si divide

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Il servizio andato in onda mercoledì nell’ultima puntata dell Iene intitolato ” Un porto controllato dalla ndrangheta”ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni accese nelle piazze, e soprattutto come i tempi moderni impongono, sui social network, facebook in primis. La popolazione di Rosarno, e non solo, si è sostanzialmente divisa tra chi ha criticato ferocemente il parroco don Memè Ascone per le sue dichiarazioni, ritenute dai molti pro ndrangheta e chi invece ha preso le difese dell’anziano prelato prossimo alla pensione, intimando a riflettere sul reale significato delle sue parole, ossia uno Stato assente che alimenta il fenomeno ndranghetistico consentendo alle associazioni criminali di fare il buono e il cattivo tempo decidendo chi deve lavorare o meno.  Si è pronunciata contro il parroco della Chiesa Maria Santissima Addolorata subito il sindaco Elisabetta Tripodi che ha postato su facebook ≤Il servizio delle Iene che parla anche di Rosarno non rappresenta né la Chiesa calabrese né quella italiana . La mafia non dà lavoro, lo uccide! Smettiamola con il giustificazionismo! Solidarietà a tutti coloro che ogni giorno s’impegnano nella lotta alla ndrangheta≥. Molto più drastica la segretaria del circolo locale del Pd Stefania Mancuso che invece propone una soluzione drastica ≤ma un “sacerdote può essere “radiato” dal clero??? Ma soprattutto un sacerdote può “offendere” la dignità dei cittadini rosarnesi?≥.Soluzione condivisa in pieno dall’ex deputata di Taurianova Angela Napoli che commentando un articolo condiviso dal sindaco Tripodi sulla sua bacheca ha così commentato ≤Mi spiace ma questo parroco dovrebbe essere subito rimosso e allontanato da Rosarno≥.

Altri, dicevamo, invece hanno difeso il sacerdote e tra un “Don Memè Santo Subito” e chi invece taccia di ipocrisia chi “sparla” del parroco, c’è anche chi come Vito Petrini  Responsabile Politiche Sociali di Fratelli d’Italia Rosarno si unisce alle accuse di questi contro Don Ciotti, affermando ≤ Rosarno può fare a meno di persone che stanno giudicando don memè…può anche aver parlato alla leggera…ma ha ragione. Imparate a conoscere prima libera e il suo padrone Don Ciotti…≥

Ma al di là delle “fazioni” pro sindaco o pro Don Memè, a Rosarno è di gran lunga dominante la posizione presa ieri con una lettera inviata dal dott. Aldo Borgese alle Iene, e pubblicata sul nostro sito, con la quale lo stesso affermava a chiare lettere come Rosarno sia fatta soprattutto di gente onesta, perbene e lavoratrice.  Innumerevoli gli attestati di stima nei confronti del Presidente dell’associazione antiracket di Rosarno nonché consigliere comunale per aver difeso la popolazione rosarnese a differenza di coloro, “che sono deputati a farlo, invece di fare passerella  per l’Italia”.

Molti cittadini infatti accusano pubblicamente su facebook  il sindaco di Rosano Elisabetta Tripodi e la sua amministrazione di non difendere abbastanza i cittadini onesti di Rosarno che vivono in un contesto difficile e con tutte le loro forze provano a sbarcare il lunario, senza lasciarsi tentare dalle sirene delle ndrangheta, un utente scrive” Mi aspettavo altro dalle istituzioni che rappresentano la nostra città, ma, ahimè, oggi ho ben chiaro che si arriva prima al podio demonizzando e denigrando…”.

Qualunque sia il pensiero di ciascuno di noi sulla questione “politica” della vicenda un dato è certo. Chi vive a Rosarno, sa della presenza della ndrangheta e del suo potere in determinati settori, interessi che però la stragrande maggioranza dei cittadini disconosce e con la quale non vuole avere nulla a che fare. Siamo altrettanto certi,  che su una persona che ha detto che non sa cosa sia la ndrangheta ci saranno state decine di interviste non andate in onda, fatte a chi invece era ben consapevole della piaga che ci attanaglia. Ma è la legge della televisione, per come riferitoci da Don Memè infatti, la sua intervista è durata circa un’ora e le sue dichiarazioni sono state montate ad arte.

Ma queste ormai sono discussioni da paese, al massimo da provincia. Ancora una volta agli occhi dell’Italia Rosarno è ndrangheta e solo ndrangheta poiché il prodotto preconfezionato da vendere con qualche modifica qua e la questo è. Facile, comodo e soprattutto che consenta agli altri di sentirsi più buoni rispetto a noi cattivi, torvi e baffuti.

Una domanda però vorrei porre a nome di molti cittadini e anche personalmente al “buon” Pelazza: Ma se a Rosarno siamo tutti ndranghetisti com’è possibile che abbiamo eletto democraticamente un sindaco da voi media nazionali idolatrato come paladino dell’antimafia?

Angelo Zurzolo

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