Rosarno, intera famiglia accusata di coltivazione di marijuana. Tre assoluzioni ed una condanna

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Si è concluso con tre assoluzioni e la conferma di una condanna il processo a carico della famiglia Gallizzi di Rosarno (Reggio Calabria).

Tutti i componenti del suddetto nucleo familiare (i coniugi Gallizzi Domenico cl. 1938 e Carlo Giuseppa cl. 1962 ed i figli Vincenzo cl. 1990 e Felice cl. 1984) erano stati arrestati dai CC. di Rosarno il 10 luglio 2013 a seguito della scoperta di una vasta piantagione di canapa indiana in un terreno contiguo alla loro abitazione in località Olmelli, alla periferia dell’abitato di Rosarno.

La condanna aveva avuto luogo sull’assunto che tale famiglia abitava nei pressi del fondo sul quale si estendeva la illecita piantagione e pertanto il fondo in questione era da ritenere di loro proprietà.

Il processo era stato celebrato in primo grado con il rito abbreviato ed il GUP del Tribunale di Palmi aveva dichiarato tutti responsabili dei reati loro ascritti in rubrica e li aveva condannati Gallizzi Domenico ad anni 4 di reclusione, Carlo Giuseppa ad anni 4 e mesi 6 di reclusione, Gallizzi Vincenzo ad anni 4 e mesi due  di reclusione e Gallizzi Felice ad anni 5 di reclusione, oltre la multa e la interdizione dai pubblici uffici.

Tutti gi imputati erano stati giudicati e condannati in stato di carcerazione, e successivamente erano stati ammessi agli arresti domiciliari, tranne Gallizzi Felice Proposto appello avverso tale sentenza, i difensori degli imputati, avv.ti Andrea Alvaro e Vincenzo Borgese del foro di Palmi hanno contestato e criticato analiticamente la sentenza di primo grado, evidenziando che non vi era la prova che il terreno, pur contiguo alla loro abitazione, fosse dei Gallizzi, che  essi non erano stati mai visti nel fondo, né essi erano stati mai sorpresi ad effettuare la coltivazione della marijuana, e che dunque non vi era nessuna prova della loro colpevolezza.

La Corte d’Appello d Reggio Calabria, prima sezione penale, presieduta dal Presidente dott.ssa Iside Russo  dopo lunga Camera di Consiglio ha assolto tutti gli imputati per non avere commesso il fatto ed ha ordinato la loro immediata scarcerazione, tranne Gallizzi Felice, nei cui confronti è stata confermata la sentenza di condanna.

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