Rosarno, sequestrati beni per quattro milioni di euro a Sante e Vittorio Pisani

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In data odierna il Tribunale di Reggio Calabria – Sez. Misure di Prevenzione, accogliendo la proposta congiunta del Procuratore Distrettuale di Reggio Calabria, Dott. Federico CAFIERO De RAHO e del Direttore della DIA, Arturo DE FELICE, ha emesso decreto di sequestro dei beni riconducibili a Sante PISANI, di anni 65, originario della Piana di Gioia Tauro, trasferitosi con il nucleo famigliare a Poggio a Caiano (PO), agli inizi degli anni ’90 dove ha mantenuto la residenza fino al 2012, per poi fare ritorno nel Comune di nascita.

L’elaborazione dei dati e delle informazioni raccolti ha restituito un contesto all’interno del quale il soggetto in esame ha assunto un ruolo di primo piano divenendo il referente economico-finanziario di vari esponenti della criminalità organizzata calabrese, alcuni dei quali ai vertici delle più pericolose matrici ‘ndranghetiste quali le famiglie PESCE e BELLOCCO di Rosarno (RC).
Dall’esame di pregresse indagini giudiziarie, delle frequentazioni, dei legami di parentela, degli interessi societari nonché della documentazione fiscale e bancaria, è stato possibile ritenere Sante PISANI indiziato di appartenere alle associazioni di cui all’art. 416 bis c.p., con la “specializzazione” criminale di riciclare notevoli somme di denaro derivanti da truffe all’Unione Europea per contributi elargiti ad aziende e cooperative agricole della Calabria, ottenuti grazie a false documentazioni e collusioni con impiegati pubblici della Regione Calabria.
L’odierno decreto, inoltre, ha riguardato il figlio di Sante PISANI, Vittorio, avvocato, recentemente arrestato nell’ambito dell’operazione ONTA, per aver favorito la ‘ndrina BELLOCCO.
Il provvedimento, concernente abitazioni, terreni, quote societarie, attività economiche, conti correnti, polizze assicurative e dossier titoli, ha interessato le province di Prato, Ferrara, Cosenza e Reggio Calabria, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, è stato eseguito in data odierna da personale della Direzione Investigativa Antimafia.

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