Scoperta piantagione di canapa ad Oppido Mamertina

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Una vasta piantagione di canapa indiana è stata individuata è sequestrata dal personale del Comando stazione del Corpo forestale di Oppido Mamertina in località “Pirara”.

 L’attività di polizia iniziata nei giorni precedenti, disposta dal Coordinamento territoriale di Reggio Calabria, ha visto impegnato anche un elicottero del Corpo Forestale dello Stato, che durante il sorvolo ha notato all’interno di un bosco di alto fusto di piante di leccio e faggio, occultate tra la fitta vegetazione circostante, tre piazzole di terreno in fase di coltura dove erano radicate delle piante non identificate. Dalla rilevazione delle coordinate geografiche e con l’ausilio del SIM ( Sistema Informativo della Montagna) – in uso a tutti i Comandi Stazione del Corpo Forestale dello Stato – è stato accertato che la zona ricadeva all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte e allo scopo di individuare l’area segnalata sono stati organizzati dei servizi appiedati stante la natura accidentata del terreno difficilmente raggiungibile con gli automezzi.

Individuata la zona, si è constatato che si trattava della coltivazione di una piantagione di canapa indiana, composta da 105 arbusti con altezza variabile da cm 1,60 a cm 1,95 che venivano irrigate, tramite una fonte di acqua naturale posta a monte e collegata alla piantagione mediante l’interramento e l’occultamento di tubi di gomma che giungevano nelle vicinanze delle piazzole dove era stato realizzato un impianto idrico a goccia che rilasciava gradualmente l’acqua. Dopo alcuni giorni di appostamenti per cercare di sorprendere invano i “coltivatori”, dopo avere informato la Procura di Palmi, il personale ha proceduto all’estirpazione e alla distruzione delle piante di canapa con l’eccezione di cinque piantine poste sotto sequestro e messe a disposizione dell’autorità giudiziaria per le analisi di rito e in particolare per verificare la presenza del principio attivo Delta 9-THC. Il rinvenimento e la distruzione delle piante costituisce un duro colpo alle attività illecite delle famiglie criminali che operano nell’area ed avrebbe fruttato svariate migliaia di euro, e rientra nel costante servizio di controllo del territorio mirato alla prevenzione e repressione dei reati ambientali, compito precipuo del Corpo Forestale dello Stato.

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