Udc Rosarno: Sindaco Tripodi fa buco nell’acqua

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Rosarno, amministrazione sotto accusa per la gestione idrica

Acque agitate e torbide nell’estate politica rosarnese. L’Udc ha lanciato un attacco duro al sindaco Elisabetta Tripodi, sul delicatissimo tema dell’approvvigionamento delle risorse idriche cittadine. Nel corso di una conferenza stampa, il leader locale Udc Giuseppe Idà, coadiuvato dal capogruppo consiliare Giuseppe Palaia e dall’altro consigliere Antonio Rachele, non ha lesinato critiche alla condotta amministrativa della Tripodi, commentando la relazione della neo dirigente dell’acquedotto e lavori pubblici Alessandra Campisi. Una relazione, quella dell’ingegnere Campisi, che, secondo Idà, Palaia e Rachele, «non fa altro che avvalorare le nostre tesi: il comune di Rosarno, ed i cittadini, sono stati danneggiati per anni, pagando un conto salatissimo alla Sorical, mentre invece avevamo le risorse idriche per essere, quasi, autosufficienti». E’ soprattutto Palaia a mettere da parte il fioretto e colpisce di sciabola il sodalizio politico tra la Tripodi e Luciano Macrì, ex tecnico di fiducia del sindaco e responsabile dei lavori pubblici comunali. «Abbiamo creduto inizialmente alla buona fede del sindaco – ha attaccato Palaia – che aveva scelto Macrì indicandocelo come alta professionalità. I fatti, però, le hanno dato torto. La linea di Macrì è stata una disastrosa continuità con quella precedente dell’ex tecnico del comune Maria Carmela De Maria, e cioè una dipendenza pressoché totale dalla Sorical, dismettendo tutte le possibilità che avevamo per essere autosufficienti. Finalmente l’ingegnere Campisi ha detto la sua, e di fatto ci ha dato ragione: il comune ha e, soprattutto, avrebbe avuto i mezzi per tagliare del 70% la dipendenza dalla Sorical. E’ una cosa che noi abbiamo ripetuto più volte, sia quando eravamo in maggioranza, che quando abbiamo deciso di abbandonare questo sindaco. L’ottusità delle scelte dell’architetto Macrì, avallate dal sindaco, ci sono costate troppo. Avremmo potuto risparmiare, nel corso degli anni almeno 1,2 milioni di euro di canone idrico se solo ci avessero ascoltato». Palaia e Rachele hanno insistito sul fatto che l’Udc andrà fino in fondo alla vicenda, interessando la Procura e la Corte dei Conti. Palaia, poi, ha aggiunto che «Macrì è andato via, quasi di notte e molto prima della scadenza del suo incarico, perché solo il sindaco lo ha difeso a spada tratta, la maggioranza evidentemente non ne ha potuto più. Questo sindaco è abituata a prendere i premi da sola ma a voler scaricare su tutti le responsabilità scomode». E’ stata quasi una “beatificazione” laica della Campisi, descritta dall’Udc come «un tecnico che sta facendo gli interessi dei rosarnesi, al contrario del sindaco». Il punto politico, quindi, è stato sviscerato da Idà, con una bordata diretta alla Tripodi, la cui «immagine legalitaria è in controsenso con i fatti. La legalità si deve dimostrare, non raccontare. Così come non si è costituita parte civile in un processo di mafia che l’ha vista coinvolta come parte lesa, ha difeso un tecnico che non ha dimostrato di saper gestire un servizio chiave del comune ed ha agito nei nostri confronti in modo scorretto. Un tecnico, l’architetto Macrì, rinviato a giudizio per presunte irregolarità nell’esercizio delle sue funzioni al comune di Oppido. Un sindaco della legalità che non ha affiancato l’ingegnere Campisi nella denuncia, presentata di recente, per la scomparsa di alcuni fascicoli riguardanti proprio il “caso acqua” a Rosarno. Noi dell’Udc andremo avanti, chiederemo un confronto in consiglio comunale e ci appelleremo anche agli organi di controllo affinché siano accertate responsabilità degli sprechi ai danni della cittadinanza». Una “diluvio politico” proprio nel periodo in cui a Rosarno si registrano segnalazioni di mancanza di acqua nei rubinetti cittadini…

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