5 Stelle contro tutti: in Calabria rapporto reciproco fra ndrangheta e politica

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I parlamentari calabresi del Movimento Cinque Stelle sono un fiume in piena dopo la notizia in merito alle indagini che riguardano l’assessore regionale Michele Trematerra accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Ma l’esponente dello scudo crociato non è l’unico bersaglio dei rappresentanti del partito di Beppe Grillo, i quali attaccano sia la maggioranza che governa la regione Calabria, che l’opposizione, Girasole in testa.

Di seguito la nota parlamentari M5S Dalila Nesci, Nicola Morra, Federica Dieni e Paolo Parentela:

«Michele Trematerra, assessore all’agricoltura della Regione Calabria, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe favorito una cosca per spalare la neve, disboscare e vendere legname. È il quarto politico della maggioranza regionale che la giustizia collega alla ‘ndrangheta, dopo Zappalà, Morelli e Rappoccio. Ricordiamo anche la finta antimafia della sindachessa Carolina Girasole, già nel Pd».  «In Calabria è emergenza ‘ndrangheta. La gestione pubblica, stando alle risultanze della magistratura, è spesso in relazione con attività economiche dell’associazione mafiosa, che raccoglie voti e poi chiede il conto. In Calabria le elezioni sono una farsa. Esiste un rapporto reciproco fra ‘ndrangheta e politica. L’una procura i voti, l’altra gli appalti». «La situazione – proseguono i parlamentari M5S – è stata complicata dalla nuova legge regionale, concepita per fortificare questo rapporto e impedirne il contrasto politico. Se il governo continuerà a ignorare il fenomeno, aumenterà l’emigrazione, soprattutto dei più giovani, e il sistema dominante sarà legge». Nesci, Morra, Dieni e Parentela concludono: «Lanciamo l’allarme in ambito nazionale. A vari livelli la Calabria è gestita insieme alla ‘ndrangheta. Servono misure che, a partire dalle elezioni, garantiscano la pulizia dei candidati e la loro assoluta distanza dalla ‘ndrangheta».

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