Gioia ai supplementari con Pedà davanti. Polistena e Cinquefrondi sempre più “rosse”

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Nuovi sindaci, tra conferme, delusioni e un ballottaggio tutto da seguire. Gli elettori, nella Piana, hanno espresso le loro preferenze, ed hanno emesso i loro verdetti. Su 8 comuni al voto, ci sono 7 sindaci eletti e un ballottaggio (a Gioia, comune più grande). Nei centri più piccoli si registrano continuità e qualche ritorno eccellente: Alessandro Demarzo ad Anoia, Beniamino Alessio a Molochio, e lo prosecuzione, con uomini diversi, a Maropati con Fiorenzo Silvestro e a Delianuova con Francesco Rossi. Ha sparigliato le carte, invece, Antonino Cutrì a Giffone.

Le sfide più succulente, tuttavia, si sono giocate a Gioia Tauro, Polistena e Cinquefrondi. Nella città del porto avremo il ballottaggio, il 14 giugno, tra Giuseppe Pedà del centrodestra e Aldo Alessio del Centrosinistra. Il primo sembra godere dei favori dei pronostici, perché ha incassato quasi 4000 voti, contro l’esperto avversario che ne ha contati oltre 2500. Ma la sfida è tutt’altro che chiusa: Pedà, giovane imprenditore forzista, può contare su messe di voti e sull’appoggio di settori nazionali del centrodestra, ma Alessio ha dimostrato di essere un grande combattente in tutte le sue passate esperienze da primo cittadino. Ma l’esponente del Pd non è solo grinta, può contare su un ampio consenso personale che ha superato ampiamente il voto delle sue liste. Un voto disgiunto che, al contrario, ha un po’ penalizzato Pedà. Ma il centrodestra, tuttavia, potrebbe anche ricompattarsi e includere i voti di due dei candidati sconfitti di quell’area: Rosario Schiavone e Pino Zappalà. Chi esce ridimensionato da questa competizione è l’ex sindaco Renato Bellofiore, superato nettamente dal “nemico” interno Alessio e sorpassato anche da Schiavone.

In attesa dei risultati attesissimi del ballottaggio, è possibile commentare il voto definitivo di Polistena e Cinquefrondi. Nel primo centro bisogna prendere atto che Michele Tripodi ha saputo bissare, senza appello, il risultato vittorioso di 5 anni fa. Ha dato un ceffone politico al Partito Democratico e ridotto a comparse i suoi avversari. Proprio i democratici dovrebbero aprire una riflessione seria sulla Caporetto polistenese. Anna Giancotta, candidata civica della sezione Pd, sostenuta dal governatore Oliverio e ampie fette dell’establishment reggino democrat, non è andata oltre l’11%, meno di 1/5 dei voti del sindaco confermato Tripodi. E’ andata meglio, ma sempre di sconfitta ampia si tratta, a Michele Spanò, renziano leader di Progetto Polistena che aveva mollato il Pd per mettersi in “proprio”, aggregando anche qualche settore locale del centrodestra. Anche Spanò ha preso paga da Tripodi, ed ora il sindaco comunista può giocare una golden share molto autorevole sul territorio come uno dei pochi sindaci confermati a furor di popolo.

A Cinquefrondi la sfida tra politici sulla breccia ha sorriso a Michele Conia. L’avvocato trentanovenne leader di “Rinascita” ha festeggiato il successo dopo la delusione di 5 anni fa. Il distacco è netto, ed ora Conia potrà governare Cinquefrondi anche con il supporto di Giuseppe Longo, consigliere provinciale in carica, con cui si può intravedere un autorevole ticket di giovani e rampanti amministratori locali di sinistra. Onore delle armi per il sindaco uscente Marco Cascarano, trentaseienne esponente della destra locale che comunque ha l’esperienza giusta per continuare a fare politica, provinciale e regionale, nello schieramento conservatore. Sconfitto in casa il segretario del Pd di Cinquefrondi e segretario della Piana dei democratici Michele Galimi. L’esperto ex sindaco è arrivato terzo, anche se rallentato da un problema di salute appena all’inizio della campagna elettorale.

In definitiva queste amministrative segnano un arretramento del Pd nella Piana, il consolidamento dei comuni “rossi” del comprensorio (da cui si vedono i vagiti di una politica giovane), e si attende il risultato del ballottaggio di Gioia Tauro, che potrebbe anche fornire segnali regionali alle classi dirigenti politiche. Anche perché a novembre si voterà a Taurianova (altro grande comune) e in primavera a Rosarno.

Domenico Mammola

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