Una giornata di riflessione sulla fragilità della vita umana e sulla necessità di assistere e prendersi cura dei malati, soprattutto di coloro che sono più vulnerabili e bisognosi di aiuto, con l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni, opinione pubblica e società tutta ad agire per migliorare le loro condizioni di vita. È con questo spirito che la Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli ha partecipato alle iniziative organizzate dalla diocesi di Oppido Mamertina-Palmi in occasione della XXXI Giornata mondiale del malato, celebrata l’11 febbraio di ogni anno con lo scopo di promuovere la solidarietà verso tutti i malati e di sostenere il loro diritto alla cura e alla dignità. In particolare, su invito di S.E. il vescovo Mons. Francesco Milito, la Garante ha presenziato alla Santa Messa celebrata, sabato sera, da don Cesare Di Leo, nel Santuario della Madonna di Lourdes di Molochio. Un luogo di culto altamente simbolico, visto che la celebrazione principale della Giornata mondiale del malato, istituita dalla Chiesa Cattolica nel 1992, si svolge proprio a Lourdes, in Francia, dove ogni anno migliaia di pellegrini afflitti da malattie e disabilità si riuniscono per pregare e condividere la loro sofferenza. A margine della funzione,concelebrata da don Pino Sabato, dal diacono don CecèAlampi e il cappuccino Padre Sebastiano in una chiesa gremita di fedeli, operatori sanitari, rappresentanti delle associazioni che si occupano di assistenza sociale e socio-sanitaria, il diacono don Antonio Scarcella, segretario della Consulta per la Pastorale della salute della Conferenza Episcopale Calabra (CEC) ha consegnato alla Garante una miniatura del codice purpureo di Rossano in cui è riportata la parabola del buon samaritano, con dedica di Mons. Milito, vicepresidente della CEC, affinché “il suo servizio possa ispirarsi all’angelo ausiliare del buon samaritano”. Un significativo segno di affetto a sugello della sinergia scaturita nel corso dell’ultimo incontro della CEC che ha assicurato il sostegno della Consulta alle attività di tutela dei diritti dei cittadini in ambito sanitario messe in pratica dalla Garante. È stato infatti proprio sull’esempio del “buon samaritano” che la Garante regionale della Salute, si era rivolta alla Conferenza Episcopale Calabra, presieduta dall’Arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, Mons. Fortunato Morrone, nel corso della sua audizione svoltasi in occasione dei lavori della consueta sessione invernale incentrati sui problemi del territorio, quali, appunto, la Sanità. Dopo averla ascoltata, i vescovi hanno prospettato la possibilità di un protocollo d’intesa tra l’ufficio del Garante e la stessa CEC ribadendo il loro incondizionato sostegno nei confronti di questa nuova figura istituzionale di vigilanza sui diritti alla salute del popolo calabrese e proponendo dei confronti periodici.Nella mattinata di sabato, Stanganelli si è invece recata all’ospedale “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistenadove, insieme ad una rappresentanza del personale medico, degenti ed esponenti delle associazioni territoriali di riferimento, ha preso parte alla Messa celebrata da don Pino Varrà nella cappella del nosocomio. Presenti, tra gli altri, il direttore sanitario del presidio, la dr.ssa Francesca Liotta e le associazioni Il sorriso e Progetto Donna. Al termine del rito, i partecipanti si sono recati in visita al Pronto Soccorso dove don Varrà ha benedetto i rinnovati locali ed è stata recitata la preghiera dell’ammalato. L’occasione è stata opportuna per un nuovo costruttivo confronto tra la Garante e il direttore sanitario Liotta sulle questioni che riguardano la sanità e l’ospedale, come l’accesso ai servizi sanitari di base, la ritrovata disponibilità di apparecchiature e infrastrutture adeguate e l’impatto dei medici cubani sulle prestazioni sanitarie d’urgenza. “È importante continuare a dibattere e confrontarsi su queste questioni per garantire che la sanità e gli ospedali –ha evidenziato la Garante Stanganelli – siano gestiti in modo efficiente e accessibile a tutti. Il mio compito è quello di assicurare che tutte le persone abbiano accesso a cure mediche di qualità e che siano trattate con dignità e rispetto durante il loro percorso di guarigione e che queste cure siano disponibili senza discriminazione basata sul sesso, la razza, l’età o la situazione economica. L’obiettivo è invece consentire che i pazienti abbiano la libertà di scelta nei trattamenti che ritengono più appropriati per la loro situazione. La giornata ha rappresentato anche un’occasione per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione e sulla necessità di investire nella formazione e nella ricerca. Ringrazio la Conferenza Episcopale Calabra e Mons. Milito per la vicinanza e la disponibilità dimostratami”.
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