Lavoratori delle agenzie formative calabresi, continua la mobilitazione: richiesto incontro ai vertici

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Continua la mobilitazione dei dipendenti delle agenzie formative calabresi che si sono nuovamente riuniti per dettagliare le linee programmatiche già stabilite nel documento di sintesi sottoscritto nel primo incontro, avvenuto lo scorso 27 marzo.

“E’ stato ribadito – spiegano in una nota i lavoratori delle agenzia formative – l’impegno unanime di agire con forza al fine di rivendicare il ruolo sociale, oltre che economico, dell’istruzione e della formazione. La mancata fase di attuazione degli Avvisi pubblici, infatti, non ha ripercussioni solo sotto il profilo economico ma, come già sottolineato, nega l’esercizio del diritto all’istruzione a migliaia di giovani e impedisce, inoltre, il miglioramento delle competenze, la creazione di nuove figure professionali, l’aggiornamento professionale, la realizzazione di percorsi di istruzione e formazione. E’ innegabile – sottolineano – il valore sociale che tali elementi rappresentano e quanto essi siano fondamentali per lo sviluppo di una Regione e per permettere a tanti giovani calabresi di trovare la loro strada in percorsi alternativi (ma non con meno dignità) a quelli scolastici evitando, soprattutto nei territori più difficili, di essere facile manovalanza per la criminalità organizzata”.

Durante l’incontro è stato deciso che la prima azione formale del movimento dei dipendenti, sarà un Tavolo di discussione con i referenti regionali e a tal fine è stato richiesto un incontro con l’assessore del dipartimento Lavoro, politiche della famiglia, formazione professionale, cooperazione e volontariato, Nazzareno Salerno, l’assessore del dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria, Giacomo Mancini, l’assessore del dipartimento Cultura, Istruzione e Ricerca, Mario Caligiuri e il presidente della III Commissione Sanità, Attività sociali, culturali e formative, Salvatore Pacenza.

“L’auspicio dei dipendenti della formazione – prosegue la nota – è quello di essere ricevuti al più presto da coloro che, al momento, rappresentano interlocutori privilegiati e in grado di dare delle risposte certe ed esaustive su come si delineerà la situazione nel breve e nel lungo periodo. Si intende ribadire, infatti – concludono –, che non si tratta di avere delle soluzioni che risolvono l’emergenza, ma c’è bisogno di un cambiamento radicale e strutturale di tutto il settore della formazione professionale che avrebbe dovuto registrare una tenuta, considerato che è finanziata da cospicui fondi europei, ma che invece, inspiegabilmente, sembra arrivata al capolinea”.

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