Madre e due figli chiusi in casa per oltre 30 anni, “fuori c’era il male”

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Una storia inverosimile ed irreale arriva dalla provincia di Grosseto, dove una donna, oggi ottantenne, ha rinchiuso e segregato in casa i suoi due figli, un maschio e un femmina per oltre 30 anni.Tutto è iniziato negli anni 80, la famiglia era una famiglia normale, padre ,madre, e due figli. Il maschio aveva finito il servizio militare ed era rientrato a casa, la femmina  lavorava invece in un negozio. Ma qualcosa dopo la morte del padre era cambiata. La madre dei due, oggi 50enni, aveva plagiato le menti dei giovani ragazzi invitandoli inizialmente, e poi costringendoli a non uscire di casa, perchè ciò che stava fuori era soltanto “male”. L’unica ad uscire era appunto lei, che si recava di tanto in tanto a fare la spesa, pagare le bollette e ritirare la pensione. Poi, nel corso degli anni, le cose peggiorano sempre di più. La donna arriva ad un punto in cui decide di non uscire più dall’appartamento. La spesa viene consegnata a domicilio dal negozio sotto casa, e piano piano la situazione precipita, fin quando l’anno scorso un idraulico, chiamato a riparare un tubo in casa, alla vista dell’appartamento e delle condizioni, ha allertato i soccorsi. Come ha raccontato lo stesso infatti, all’arrivo si è trovato davanti una scena al limite delle condizioni umane: un appartamento completamente ricoperto di fogli di Scottex ingialliti. I mobili, i rubinetti, i sanitari, la spazzatura  impacchettata in un’assurda convinzione di estrema pulizia contro i batteri. Ogni centimetro quadrato foderato e chiuso con il nastro adesivo. Nei sacchetti, accatastate copie e copie di vecchi giornali, vicino a bambole, carta e un sacco con 57 mila euro in contanti. La vicenda risale ad un anno fa, ma è venuta fuori soltanto adesso.
Dopo 33 anni il sindaco, venuto a conoscenza dell’inverosimile storia, emette un’ordinanza. La famiglia viene “liberata”, l’anziana madre viene portata con il figlio, che soffre di distrofia muscolare, in un centro d’accoglienza, mentre la sorella in un altro. L’appartamento, che per questi lunghi anni è stato un rifugio-prigione, attende ancora di essere in parte bonificato. “Solo in questi giorni i parenti, contro la volontà dei tre – spiega il sindaco – sono riusciti a entrare, e a sgomberarla. A riaprire le finestre, a far entrare aria pulita”. 

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