Migranti a Gioia Tauro, al via operazioni di trasferimento

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La questione della permanenza dei profughi a Gioia Tauro, alloggiati nella palestra della scuola media “Campanella”, si sta finalmente sbloccando. L’accampamento, soluzione passeggera che avrebbe dovuto risolversi nel giro di un paio di giorni, si sta ancora prolungando a distanza di dieci giorni dall’arrivo dei 103 migranti, ma da giovedì sono iniziate le operazioni di trasferimento. Si tratta dei minorenni, una quarantina in tutto, che dalla serata di giovedì 14 stanno lasciando la palestra comunale nel quale alloggiavano per essere trasferiti in centri di accoglienza adeguati. Le destinazioni per i 34 minori trasferiti giovedì e per gli altri che in queste ore stanno lasciando Gioia Tauro sono Mileto, Cotronei e Cosenza. «È stata data priorità ai minori, circa una quarantina, per il trasferimento in centri di accoglienza attrezzati per assisterli in modo più adeguato, perché qui si stava prolungando una situazione di disagio», spiegano i volontari della Protezione civile. Nella giornata di giovedì, intanto, la Polizia ha effettuato una seconda identificazione e schedatura più approfondita dei profughi. Le nuove operazioni di schedatura avevano rilevato con più precisione la presenza dei minorenni, ai quali è stata data priorità per il trasferimento. Entro il mese di agosto, però, tutti i profughi dovranno lasciare la palestra, soprattutto per l’inizio delle lezioni scolastiche. Ma l’emergenza per quelli rimasti non si è allentata. Sono ancora necessarie cure ed assistenze che i volontari della Protezione civile e dell’associazione Alaga Onlus stanno fornendo ininterrottamente dal 6 agosto, e c’è ancora bisogno della solidarietà dei cittadini nei confronti di questi giovani migranti. Nei giorni scorsi, alcuni di loro avevano manifestato dei malesseri, sorti in conseguenza ai viaggi affrontati, e si era richiesto l’intervento dei medici, in alcuni casi con il pronto intervento in ospedale. «I pazienti presentavano patologie diverse, da problemi alle vie aeree a contusioni varie, ma non è facile offrire le cure adatte perché questi migranti non hanno documenti e diventa complicato prescrivere medicinali», spiega Leandro Politi, dottore di guardia medica dell’ospedale di Gioia Tauro. I residenti del quartiere che ospita i migranti stanno intanto procedendo per presentare ai commissari prefettizi una lettera di appello per la risoluzione del caso migranti, per dare una sistemazione migliore a questi ospiti che sono nel frattempo diventati per loro dei vicini di casa da aiutare.

 

RAFFAELLA CARUSO

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