Nucera risponde al sen. Marini sul reddito minimo di cittadinanza in Calabria

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“Spiace dover constatare, nelle parole del senatore Cesare Marini, pronunciate in un importante convegno e riportate dalla stampa, una disattenzione ed una sottovalutazione a proposito del reddito minimo”. Lo afferma il capogruppo de La Sinistra in Consiglio regionale Giovanni Nucera, che aggiunge: “Lo dico senza alcuno spirito di polemica, ma per tentare di fermare l’attenzione di tutti i riformisti su un tema che è ormai ineludibile. Sono dispiaciuto e rammaricato nel leggere queste parole soprattutto perché provengono da un riformista e socialista di grande storia politica come Cesare Marini. La disattenzione, ascrivibile sicuramente ai troppi impegni fuori Calabria del senatore, è su quanto fin qui accaduto in Consiglio regionale. Dove, la proposta di legge sul reddito minimo, presentata dal sottoscritto, è stata approvata all’unanimità in terza Commissione ed ora è al vaglio della seconda Commissione. L’obiettivo è che presto il Consiglio regionale si pronunci favorevolmente, anche perché, come ho già avuto modo di specificare, proprio su un tema così urgente e atteso dai cittadini della regione più povera d’Europa, si misurerà la coerenza programmatica di una Giunta regionale di centrosinistra”.

Aggiunge Nucera: “Circa la sottovalutazione, mi spiace considerare che forse il senatore Marini si è leggermente discostato dalla realtà, marginale e sfavorevolmente indicata da ogni studio economico e sociale accreditato (Svimez, Censis, Bankitalia, Istat) che riporta il 50% di disoccupazione giovanile e il 30% della popolazione sotto la soglia di povertà in questa parte del Mezzogiorno italiano.  A parere del mondo politico che io rappresento in Consiglio regionale, ma anche di una corposa saggistica economica internazionale sull’argomento, il reddito minimo oggi – nella società liquida di cui parla il sociologo Bauman e in presenza di un’economia reale soggiogata dai funambolismi delle banche e delle corporation recentemente bacchettata da Papa Francesco nell’Enciclica ‘Laudato sì’ – l’attenzione della politica deve anzitutto mirare a ridare fiducia e speranza a chi un lavoro non ce l’ha o lo sta disperatamente cercando. A tal proposito, voglio ringraziare il nuovo assessore al Welfare della Regione Calabria, Federica Roccisano, per la sensibilità dimostrata dichiarando l’urgenza del reddito minimo in Calabria, una fra le regioni più povere d’Italia e in cui il disagio sociale è in forte recrudescenza, considerando che esperimenti simili sono già in atto persino nella ricca Lombardia e in Friuli Venezia Giulia. Sono state impiegate, e continuano ad essere impiegate, risorse cospicue per salvaguardare oligopoli, banche e i soliti ricchi del Paese; invece  ora dobbiamo usare i fondi che l’Europa destina alla povertà e all’inclusione sociale – ovvero l’Obiettivo tematico 9 – e destinarli là dove vi è realmente bisogno. Istituire il Reddito Minimo non esclude naturalmente che siano possibili gli interventi in materia di agricoltura, dissesto idrogeologico, logistica e ambiente, previsti da ulteriori fondi comunitari. L’Europa chiede questo strumento d’inclusione sociale dal ’92 con la Raccomandazione 441, con cui l’allora Comunità Economica Europea ne sollecitava l’introduzione in tutti gli Stati Membri. I Paesi che ne erano ancora sprovvisti si sono adeguati negli anni. Tutti tranne due: la Grecia e l’Italia.  Navighiamo incomprensibilmente con un ritardo di 23 anni rispetto agli altri Stati Membri. Oggi l’istituzione di questo strumento di Welfare non è più procrastinabile e l’approvazione della nostra proposta porterebbe in Calabria la normalità, di cui godono i cittadini europei. Noi possiamo parlare di questione meridionale finché vogliamo, nei convegni e nei comizi, ma è tempo di passare dalle parole ai fatti e di rendere normale che la politica si interessi ai più poveri, come noi cerchiamo di fare. Rammento che dal 2012 al 2014 si sono registrati 12 punti in più di disoccupazione, per cui la stragrande maggioranza dei nostri giovani è senza lavoro”.

Conclude il capogruppo de La Sinistra: “Per quanto ci riguarda è politicamente dirimente, anche per la nostra partecipazione alle scelte dell’attuale maggioranza in Consiglio regionale, la discussione e l’approvazione del reddito minimo che va nella direzione di ristabilire una soddisfacente equità sociale, con lo scopo di invertire la tendenza ad acuire le diseguaglianze in una società che, non garantendo il diritto al lavoro e la dignità delle persone, sta calpestando diritti costituzionali intangibili e di primaria rilevanza”.

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