Operazione Eclissi 2, foto e nomi degli arrestati a San Ferdinando

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Nella giornata odierna, personale della Compagnia CC di Gioia Tauro supportato, in fase esecutiva, dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, della Compagnia Speciale e unità cinofile del G.O.C. di Vibo Valentia, con l’ausilio di un velivolo dell’8° Elinucleo CC, in San Ferdinando (RC), Palmi (RC), San Luca (RC) e Nicotera (VV) ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa, dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria  nei confronti di 11 soggetti, nell’ambito dell’Operazione, convenzionalmente denominata “ECLISSI 2”, naturale prosecuzione della vasta ed articolata Operazione “ECLISSI”, che prese le mosse nel mese di novembre 2013, con la quale si fece luce sugli interessi criminali ed economici della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata “Locale di San Ferdinando” e venne evidenziata l’operatività delle ‘ndrine dei “BELLOCCO-CIMATO” e “PESCE-PANTANO”.

 Con l’ordinanza sono stati contestati i seguenti reati:

–  associazione di tipo mafioso (artt. 416 bis, commi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6° e art. 61 nr. 6 c.p. e art. 71 d.lvo nr. 159/11) per aver fatto parte della locale di San Ferdinando;

– concorso in detenzione e porto in luogo pubblico di diverse armi da fuoco anche da guerra e clandestine, aggravati dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 110, 112, 61 nr. 2 e 81 cpv c.p., artt. 1, 2, 4 e 7 della legge 895/1967, art. 23 comma 3° della legge 110 del 18 aprile 1975 e art. 7 d.l. nr. 152/91 conv. in legge nr. 203/1991);

–   concorso in detenzione, vendita e cessione di ingente quantitativo di sostanza stupefacente del tipo marijuana, aggravato dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 110 e 81 cpv c.p., artt. 73, 73 bis e 74 D.P.R. 309 del 1990 e art. 7 d.l. 152/91 conv. in legge nr. 203/1991);

–   concorso in favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio aggravato dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (art. 81 cpv c.p. art. 326 c.p, art. 361 c.p. art. 378 c.p. art. 479 c.p. e art. 7 d.l. 152/91 conv. in legge 203/1991)

Oltre al reato cardine di associazione per delinquere di stampo mafioso,  sono stati oggetto di contestazione il porto e la detenzione illegali di armi nonché il traffico di sostanze stupefacenti, gestito tramite l’accordo criminale con soggetti contigui alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata “Mandamento Jonico” e precisamente organici alla locale di San Luca (RC) con i quali era stato organizzato un carico di droga sull’asse di traffico Puglia/Calabria – di ben 160 kg. di marijuana.

In sostanza, come già ribadito, nel comprensorio dei comuni di San Ferdinando e Rosarno sono state individuate due ‘ndrine, facenti capo ai medesimi Locali di ‘ndrangheta, denominate “BELLOCCO-PESCE”: le due famiglie mafiose, nel corso delle investigazioni, alternarono periodi di aperta e virulenta contrapposizione – manifestata attraverso la pianificazione e la programmazione di una vera e propria “guerra” – ad uno più recente di sostanziale “pax”, con il fine evidente di diminuire l’attenzione e quindi la pressione delle Forze dell’Ordine su di loro e così giungere ad un condiviso­ controllo dei traffici illeciti nel territorio.

Durante lo sviluppo delle attività investigative, inoltre, è risultata palese l’ingerenza di questa sorta di “federazione criminale” nelle più disparate e finanche minute attività economiche commerciali ed imprenditoriali. Le complesse ed articolate attività investigative hanno consentito, da ultimo, di evidenziare e confermare la pressante ingerenza delle logiche mafiose anche all’interno del consesso civico di San Ferdinando (RC) dove, già nell’Ottobre scorso, vennero arrestati i vertici di quella amministrazione comunale (Sindaco Domenico Madafferi e il Vice Sindaco Santo Cieli in primis) ed al seguito del quale il medesimo comune venne, per logica conseguenza, sciolto per infiltrazione mafiosa.

In tale contesto quest’oggi è stata ripristinata la custodia cautelare in carcere in capo all’ex consigliere comunale Giovanni Pantano che in virtù di un difetto di notifica era stato scarcerato dal Tribunale del Riesame. Anche per lui, la contestazione del reato di associazione mafiosa.

Nel corso delle indagini si addiveniva anche alla cattura di Giuseppe Pantano, capo della cosca “Pesce-Pantano”, all’epoca latitante, avvenuta il 15 gennaio 2015 mentre aveva trovato rifugio all’interno di un condominio popolare di Palmi (RC).

Di seguito i nomi degli arrestati:

Albano Francesco cl. 93

Aversa Andrea cl. 91

Georgieva Viktoriva

Jakovljevic Danijela

Malvaso Gregorio cl. 78

Mazzeo Pasquale cl. 91

Pantano Giovanni cl. 59

Rappazzo Fabio cl. 93

Sannuto Pasquale cl. 80

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