Provincia di Reggio cuore pulsante della ndrangheta. La mappa del potere delle cosche

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In un articolo pubblicato sul mensile della Polizia di Stato Polizia Moderna, Anacleto Fiori, traccia una mappa del potere della ndrangheta in Calabria, e particolarmente nella provincia di Reggio “dove batte il cuore pulsante della ’Ndrangheta”. Secondo l’autore dell’articolo nel reggino sono presenti “tre mandamenti mafiosi che si sono spartiti le strade del centro città e tutto l’esteso territorio della provincia che arriva da una costa all’altra. Confini invisibili, ma al tempo stesso invalicabili, tracciano una mappa del potere che si è venuta a definire anno dopo anno, faida dopo faida.”

Dei tre mandamenti, il primo, che  si chiama centro, “gravita proprio sulla città e in modo particolare sul quartiere di Archi, una delle zone chiave di Reggio in cui convivono e si dividono gli affari le storiche famiglie De Stefano, Condello, Libri e Tegano, che mantengono una posizione dominante rispetto ad altre cosche cui è stata comunque lasciata una certa autonomia di controllo sui singoli “locali”.

Due poi sono i mandamenti nella provincia, quello tirrenico dove, secondo l’articolo  “tra le famiglie dominanti ci sono sicuramente i Piromalli, il cui regno rimane la Piana di Gioia Tauro, con l’importante scalo portuale, vero e proprio crocevia di traffici illeciti di ogni merce, i Pesce-Bellocco, presenti nella zona di Rosarno, i Longo-Versace che confermano la loro tradizionale egemonia a Polistena e gli Alvaro”, e quello jonico, dove “operano le famiglie dei Barbaro-Trimboli, ma soprattutto dei Nirta-Strangio e dei Pelle-Vottari: cosche particolarmente potenti e temute in quanto radicatte da sempre nel comune di San Luca, a ridosso dell’Aspromonte, dove si trova il Santuario dellla Madonna di Polsi, uno dei luoghi simbolo della ’Ndrangheta”

Infine, viene tracciata una mappa delle famiglie di ndrangheta presenti nel resto della Calabria, nelle province di Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia, le quali opererebbero “a un livello più basso rispetto a quelle reggine” che però “pure rappresentano la spina dorsale della ’Ndrangheta: dai Ferrazzo ai Grande-Aracri, dagli Arena ai Nicoscia, dai Mancuso agli Iannazzo, fino ai Giampà e ai Torcasio”.

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