Rosarno, annullata dalla Cassazione l’ordinanza della Corte d’Appello di Reggio Calabria che aveva dimezzato il risarcimento per l’ingiusta detenzione patita da Pisano Bruno

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La quarta sezione della Corte Suprema di Cassazione ha disposto, in accoglimento del ricorso proposto congiuntamente dagli avvocati Mario Santambrogio e Letterio Rositano del foro di Palmi, l’annullamento con rinvio per un nuovo esame dell’ordinanza con cui la Corte d’Appello di Reggio Calabria, pur riconoscendo il diritto del loro assistito, Pisano Bruno, a vedersi riconosciuto un lauto indennizzo per la detenzione patita ingiustamente (lo stesso era stato, infatti, assolto dal Tribunale di Palmi dal delitto di avere preso parte ad un’associazione internazionale dedita al traffico di ingenti quantità di droga e da due episodi di importazione, nell’ambito del proc. pen. denominato “IMELDA TERZO RAMO”), lo aveva, tuttavia, dimezzato sul presupposto, ritenuto fallace dal  Giudice di legittimità, che la condotta tenuta dal Pisano integrasse comunque un’ipotesi di colpa lieve, idonea ad incidere sul quantum liquidato. Gli ermellini, condividendo in pieno le argomentazioni rassegnate dai due penalisti rosarnesi, hanno affermato invece che, non essendo tale tipo di colpa contemplata dalla norma di riferimento, non sia possibile attribuirle alcuna rilevanza sull’entità della somma da liquidare nei casi in cui, come quello di specie, non abbia prodotto alcuna incidenza causale sulla decisione del giudice della cautela di applicare la misura cautelare in  carcere, poi caducata per mancanza di gravità indiziaria durante la verifica incidentale. Da annotare che si tratta di un principio giurisprudenziale innovativo ed in controtendenza con gli orientamenti fin qui espressi, di cui dovrà tenere conto la Corte d’Appello reggina nel compito assegnatogli di riquantificare, in rialzo, la somma da liquidare al Pisano.

    

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