Tre arresti nella locride

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I Carabinieri del Gruppo di Locri, con il supporto dei militari della Compagnia d’Intervento Operativo (CIO) del 10° Battaglione “Campania” e delle unità cinofile e dei Carabinieri del Gruppo OperativoCalabria” (GOC), nell’ambito della pianificazione coordinata dei servizi realizzata sulla scorta delle politiche di controllo del territorio implementate sotto la direzione generale del Prefetto di Reggio Calabria, dottor Claudio Sammartino, hanno effettuato negli ultimi giorni tre arresti nel territorio della locride.

In particolare a Siderno, Catalano Domenico, 25enne del luogo, responsabile di Resistenza a Pubblico Ufficiale e Lesioni personali aggravate, è stato sottoposto dai Carabinieri agli arresti domiciliari dai Carabinieri della locale Stazione, in ossequio a un ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri – Ufficio esecuzioni penali, dovendo egli scontare 7 mesi e 28 giorni di detenzione domiciliare, per essersi opposto, il 31 agosto 2011, a una perquisizione domiciliare, aggredendo gli operanti

A Stilo, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato il 55enne Antonio Taverniti, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria – Ufficio Esecuzioni Penali, poiché riconosciuto colpevole del reato di associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, commesso sino al mese di novembre 2006 in Stilo (l’indagine, condotta nell’anno 2007 dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Roccella Jonica, aveva permesso di trarre in arresto tre persone e di sequestrare numerose banconote false, per un valore complessivo di circa diecimila euro). L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Locri;

A San Luca, Sebastiano Pelle, 52 enne del luogo, dopo un periodo di irreperibilità durato poco più di un anno, si è presentato spontaneamente presso la Stazione Carabinieri del luogo. Sul suo conto gravava un provvedimento emesso dall’Ufficio di Sorveglianza di Reggio Calabria che ne dispone l’associazione presso la casa lavoro di Vasto, in provincia di Chieti. La casa lavoro è una misura di sicurezza personale detentiva – unitamente alla colonia agricola, alla casa di cura e di custodia, all’ospedale psichiatrico e al riformatorio giudiziario per i minori – adottata dal nostro ordinamento penale per “risocializzare” il condannato ritenuto socialmente pericoloso, in questo caso attraverso l’applicazione dello stesso in lavori di carattere artigianale o industriale. A seguito dell’arresto, l’uomo è stato tradotto presso la casa circondariale di Locri, il cui personale ne curerà la traduzione presso la citata struttura abruzzese.

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