La nutrizionista risponde: allergia al nichel, come modificare la dieta

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Gentile dottoressa,

ho scoperto di recente di soffrire di allergia al nichel. Saprebbe indicarmi se e come modificare la mia dieta?

Serena

 Carissima Serena,

il nichel è un metallo pesante onnipresente e gli alimenti ne rappresentano per l’uomo la principale fonte. Per capire se è necessario modificare la sua dieta, sarebbe opportuno conoscere di quale tipo di allergia soffre. Esistono infatti diverse manifestazioni cliniche: la DAC, ovvero la dermatite allergica da contatto, e la SNAS, la sindrome da allergia sistemica al nichel, con manifestazioni cutanee o sistemiche. In quest’ultimo caso si rende necessario ed imprescindibile un cambiamento delle abitudini alimentari.

L’allergia al nichel è un’allergia da accumulo: a differenza delle altre che sfociano nello shock anafilattico al contatto con l’allergene, in questo caso, i sintomi sono provocati da un accumulo progressivo di nichel nel nostro corpo. Inoltre è notevolmente influenzata anche dalla sensibilità dell’individuo affetto.

I sintomi che si possono osservare sono arrossamento della pelle, nausea, vomito, mal di testa, insonnia, perdita o accumulo di peso, tachicardia, gonfiore addominale, stanchezza ecc.

Pertanto, al fine di far regredire la sintomatologia è necessario dapprima disintossicarsi e successivamente sottoporsi ad una dietoterapia per tenere sotto controllo la quantità di nichel assunta giornalmente con gli alimenti. In particolare, è opportuno seguire un regime alimentare giornaliero contenente quantità di nichel inferiori a 250 μg. Ma come si fa a sapere quanto nichel abbiamo ingerito? Esistono delle tabelle (ad esempio questa http://www.torrinomedica.it/studio/alimenti/nichel/tabella_nichel_alimenti_alf.asp) che ci indicano la quantità di nichel presente in 100 g di prodotto. A questo punto non dobbiamo far altro che dividere questo numero per 100 e moltiplicare il risultato ottenuto per il peso del prodotto che vogliamo mangiare. Facciamo un esempio: 100 g di fragole contengono 4 μg di nichel. Dividiamo 4 per 100 e otteniamo 0,04. Se vogliamo mangiare 350 g di fragole, basta moltiplicare 350 per 0,04 per scoprire che abbiamo introdotto 14 μg di nichel. Questa operazione va seguita per tutti gli alimenti consumati e i dati raccolti vanno sommati per scoprire se rientriamo o meno nella soglia limite giornaliera di 250 μg.

In linea generale, inoltre, posso dirle che i prodotti vegetali hanno un contenuto di nichel decisamente superiore rispetto ai prodotti alimentari di origine animale e che tra questi, l’uovo è quello a più alto contenuto.  Altri alimenti da evitare sono cioccolato, caffè, frutta secca, pomodori, cibi in scatola, bevande in lattina, frutti di mare e ancora asparagi, cipolle, porri e cavoli.

In questo modo i sintomi vengono tenuti sotto controllo ma se dovessero ricomparire per un sovraccarico, è opportuno seguire un regime dietetico ad esclusione totale per disintossicarsi dall’eccesso di nichel.

Dott.ssa Lorena Muzzupappa

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