La nutrizionista risponde: Mia figlia non mangia, cosa faccio?

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Salve dottoressa Muzzupappa,

sono Angela vorrei farle una domanda. La mia piccolina di 7 anni mangia pochissimo, la mattina un po’ di latte con i cereali, a mezzogiorno solo due fili di pasta, il pomeriggio una brioche e la sera assaggia qualcosa. Io non so come fare! Secondo lei c’è qualcosa che le stimola la fame, per aiutarla. Grazie, aspetto un suo consiglio prezioso.

Angela

 

Gentile signora Angela,

è frequente che i bambini siano inappetenti e quindi mangino pochissimo. Ma potremmo anche analizzare il problema da un altro punto di vista: è il bambino a mangiare poco o siamo noi a mangiare tanto? Molto spesso, una quantità di cibo che per noi sembra misera e poco nutriente, per un bambino può essere sufficientemente saziante. Per cui, se un bambino si sazia con poco, perché dovremmo spingerlo a mangiare di più?

Fatta questa considerazione, prima di allarmarci, dovremmo innanzitutto escludere tutte le cause che portano all’inappetenza: infezioni delle vie urinarie, respiratorie, gastroenteriti, allergie alimentari, disturbi endocrini e molte altre patologie diagnosticabili dal pediatra. Una volta escluse queste cause, può stare assolutamente tranquilla: sua figlia non mangia perché non ha fame e quel che consuma è sufficiente al suo sostentamento. Perché pertanto, dovremmo stimolare la fame in una bambina che sta bene? Per farla diventare obesa e poi portarla dal nutrizionista a fare la dieta?

Piuttosto, ci terrei a consigliarle alcune cose da non fare.

Innanzitutto, anche se può risultare difficile, bisogna essere indifferenti. Questa indifferenza porta il bambino a comprendere che anche lui è in grado di decidere quanto cibo mangiare e quando mangiarlo: in questo modo assume maggiore consapevolezza della propria nutrizione e non vede più il cibo come una cosa imposta, da fare per forza.

Non bisogna assolutamente forzarlo a mangiare altrimenti otterremo un rifiuto categorico che andrà a rinforzare ulteriormente l’inappetenza: più lo forziamo, meno mangerà. Non bisogna nemmeno pregarlo o implorarlo di mangiare perché il bambino sarà confuso da questo atteggiamento in quanto, per lui non mangiare è normale (non ha fame, ovvio!). Non deve essere né punito né premiato per non aver mangiato o meno. Questi atteggiamenti tra l’altro, aiutano il bambino anche a distinguere lo stimolo della fame dalle altre sensazioni: se invece gli imponiamo di mangiare per forza, anche quando non ha fame, da adulto potrebbe soffrire di fame nervosa o di disturbi del comportamento alimentare proprio perché non è stato abituato a riconoscere la fame.

Per aiutalo invece, il genitore dovrebbe lasciare che il bambino prepari autonomamente la propria porzione in modo che egli acquisisca la capacità di autoregolarsi in relazione alla quantità che può e vuole consumare. Alta cosa da fare è quella di assecondare i gusti del bambino: col passare del tempo, i gusti cambiano e un alimento che magari da bambini risulta poco gradevole, può essere più appetitoso da adulti. Quindi, se una cosa non gli piace, è inutile forzarlo a mangiarla. Piuttosto, preparategli quello che più preferisce, almeno sarete sicuri che lo mangerà.

Dott.ssa Lorena Muzzupappa

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