CoronaVirus: quando abbiamo paura crediamo a tutto. Facile cadere nel tranello delle Fake News.

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 Apro Whatsapp, nel gruppo del Calcetto arriva un vocale “Tal dei Tali è risultato Positivo al Corona-Virus”. Si scatena il panico, si ricostruiscono legami, geografie e possibili contatti. Oramai tramite i Social Network e le Chat le notizie si propagano in un battibaleno, e se si tratta di una Fake News la frittata è fatta. Viviamo oramai da giorni in uno stato di reclusione che mette a dura prova il sistema nervoso, restiamo appigliati a numeri, percentuali, messaggi di speranza e direttive Governative. Aspettiamo la fine di quest’incubo, per poter ritornare alla normalità. Abbiamo paura di ammalarci, ci ammassiamo di fronte ai market, sperimentiamo nuovi modelli e tenori di vita per abbattere la noia e la depressione che queste misure di contenimento ci hanno causato. Sapete il danno di una Falsa Notizia quanto può essere grave? In Primis c’è la diffamazione, quando i messaggi sono nominali, ed il rischio di esporre il soggetto in questione a rischi sia d’immagine che d’incolumità personale. Poi c’è il procurato allarme, se dico che in un determinato posto c’è un sospetto caso la gente tenterà di fuggire, di trovare il modo per non farsi contagiare, magari violando nel panico le disposizioni imposte dalle autorità e causando danni a se stessi ed agli altri. Infine c’è la paura, che nei soggetti ipocondriaci ed ansiosi può tramutarsi in vera e propria ossessione, rivelandosi un grosso rischio per la salute mentale. L’antidoto è presto detto: nessuno dovrebbe pubblicare alcuna notizia finché questa non sia stata già comunicata dalle Istituzioni Locali e Nazionali tramite i canali ufficiali. In questo modo si potrebbe arginare il fenomeno, almeno in parte. E soprattutto gli operatori d’informazione devono trattenere l’istinto sensazionalista, affinché la fretta di “essere i primi” a dare determinate notizie non si riveli un boomerang. Questa è una guerra, e come in tutte le guerre la comunicazione svolge un ruolo fondamentale, siamo sicuri che vogliamo auto-sabotarci per qualche secondo di gloria personale?

Christian Carbone

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