È di qualche giorno fa la notizia pubblicata dal sito d’informazione Roma Today, circa la quale una scolaresca di infanti aventi età comprese fra gli otto e i nove anni, hanno compiuto un gesto di mirevole civicità e senso di solidarietà. Infatti, pur di non lasciare solo ed inerme il compagno disabile hanno interrotto con compassionevole modo il giro turistico nei pressi di Roma.
A causa di un guasto occorso alla pedana dell’autobus infatti, il ragazzino diversamente abile non sarebbe potuto scendere e visitare in loro compagnia la Città Eterna. La notizia proviene e vede protagonisti gli allievi ed infanti dell’istituto comprensivo di Trasacco in provincia dell’Aquila, comune della Marsica. A narrarne le gesta brevi manu, degl’infanti sono le testimonianze concesse ai giornalisti de Il Centro. Nel medesimo quotidiano dal quale Roma Today, comunica l’avvenimento si appalesa come il gesto sia una lezione d’amore e di vita. In principio tutto pareva procedere per il meglio e la scolaresca s’era, come da programma, recata presso Palazzo Bonaparte a visitare la mostra di Vincent Van Gogh. Tuttavia, saliti nuovamente sul mezzo per recarvisi presso un’altra zona in visita della Città Eterna, la pedana d’assistenza ha cessato di funzionare, ragione per la quale il bimbo diversamente abile non sarebbe potuto scendere e seguitare regolarmente come da norma la visita di Roma assieme ai suoi compagni. Orbene, quanta pregna di umanità sia questa vicenda subitamente e con facilità si potrebbe esplicare. Ancora una volta la lectio magistra vitae, proviene dagl’infanti che ancor di più qualora bisogno ve ne fosse, impartiscono lezioni di coscienza ed umanità agli adulti. Non perché il disabile sia il povero od il flebile della situazione e della condizione dello statu quo, bensì perché appercependo con straordinaria maniera e sensibilità le particolari necessità del bimbo tutti ad coram populo, hanno scandito quello che qualche tempo fa Quintiliano, il primo fra i pedagoghi in antichità, antesignano ai tempi disse: “Gli infanti sono un vaso grezzo da cesellare, seppur grezzi tanto hanno da insegnare ed insegnarci”. Omen Nomen.
Francesco Grossi