In Calabria “Tutto cambia affinchè nulla cambi”. Oliverio, Scopelliti e De Gaetano

37

“Tutto cambia affinchè nulla cambi”, a pronunciare la celeberrima frase del Gattopardo però questa volta non è  Don Fabrizio il principe di Salina, bensì il calabrese medio dopo le prime nomine effettuate dal neo Governatore della Regione Calabria Mario Oliverio e dal Consiglio regionale. Tutti gli schieramenti impegnati nella competizione elettorale promettevano come al solito rinnovamento e “pulizia” dopo la traumatica esperienza Scopellitiana terminata con l’applicazione della legge Severino e la revoca dell’ex governatore dopo la condanna in primo grado nel processo Fallara. Ed allora si inizia la campagna elettorale sotto i migliori auspici, lo strafavorito Oliverio tuona “liste senza indagati e nessun accordo trasversale”. In sede di presentazione delle candidature una delle teste più note a cedere sotto la ghigliottina giustizialista dell’ex presidente della provincia di Cosenza, è quella di Nino De Gaetano (non candidato in quanto già due volte eletto consigliere regionale). Uno dei pochi indagati ad essere candidati tra le fila dei democratici è stato invece il consigliere uscente Antonio Scalzo, rinviato a giudizio dal Tribunale di Catanzaro, pochi giorni dopo la presentazione delle liste, per presunti illeciti nella gestione dell’Arpacal, l’agenzia regionale della Calabria per la protezione dell’ambiente. Ma d’altronde Oliverio non poteva prevedere che il già indagato Scalzo fosse rinviato a giudizio, così come era inimmaginabile che De Gaetano fosse al centro di pesanti accuse emerse nell’Operazione Padrino, secondo la quale nel 2010 “appariva sin da allora ed in maniera assai chiara la sussistenza di un piano di condizionamento del libero svolgimento delle turnazioni elettorali del mese di marzo 2010 e con esso il palesamento di un appoggio politico elettorale posto in essere dalla Cosca Tegano in favore di un determinato candidato del momento, anche facendo ricorso all’aiuto trasversale di soggetti apparentemente terzi”. Fatto sta che l’otto gennaio Antonio Scalzo veniva eletto presidente del Consiglio regionale della Calabria e Nino De Gaetano due settimane dopo nominato assessore regionale ai trasporti ed alle infrastrutture. Lungi dall’emettere sentenze anticipate il cui compito spetta alla magistratura, se queste sono le premesse per il cambiamento della Calabria forse aveva ragione il principe di Salina.

Editoriale di Angelo Zurzolo pubblicato su Terra di Mezzo, il mensile di Zmedia

Articolo precedente Papalia: “liceo sportivo a Palmi è una vittoria per tutta la città”
Articolo successivoMinorenne arrestato a San Calogero, deteneva droga ed armi