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giovedì, 25 Aprile 2024
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Magistrato ricattava e pretendeva rapporti sessuali da moglie di un imprenditore che aveva fatto arrestare

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Donato Ceglie, pubblico ministero di Santa Maria Capua Vetere poi trasferito alla Procura Generale di Napoli, è stato rinviato a giudizio su richiesta del pubblico ministero Barbara Sargenti di Roma con le accuse di concussione e violenza sessuale, perché «induceva  Maria Rosaria Granata, 46 anni, moglie di Gaetano Ferrentino, a instaurare e proseguire una relazione sentimentale che gli procurava indebitamente rapporti sessuali».

Ceglie, noto per la lotta alle ecomafie, con l’inchiesta “Chernobyl” dove sono stati scoperte tonnellate di rifiuti interrati tra Napoli, Caserta e Vallo della Lucania, ha fatto sequestrare l’impianto di compostaggio nel salernitano gestito dalla So.Rie.Co., dove venivano smaltiti illegalmente quelli di quattro depuratori, e di cui Ferrentino, il marito della donna ricattata dal magistrato mandato agli arresti domiciliari, è amministratore unico.

Subito dopo il magistrato ordina il dissequestro dell’impianto di smaltimento, poi lo affida in gestione alla Compost Campania a cui nel 2011 rilascia «indebitamente — scrive la Sargenti — il nulla osta per riassumere Maria Rosaria Granata». La donna, infatti, era stata licenziata dal curatore fallimentare perché la Compost non poteva per contratto impiegare persone collegabili alla So.Rie.Co. di Ferrentino. Ma Ceglie  riesce a ottenere una deroga e a far lavorare la sua donna.

La relazione tra il noto magistrato e la donna resta clandestina fino a quando nel 2012 nelle caselle di posta elettronica di alcuni magistrati della Procura generale e alla redazione del Mattino iniziano ad arrivare decine di e-mail e fax del genere: «Il dott. Ceglie non è altro che un pagliaccio con la toga », «Dottore Ceglie, rientra nelle sue inchieste portarsi a letto le mogli degli indagati? E poi sparire distruggendo i numeri di telefonici? Aspetto una sua risposta », «da tre anni chiama ripetutamente e si porta a letto con ricatto la moglie di Gaetano Ferrentino».

Dopo le lettere che hanno suscitato lo scandalo, Ceglie decide di denunciare la sua fiamma, sostenendo sì di averla incontrata, ma solo «limitatamente» e «sempre per motivi istituzionali », ma queste risposte non hanno convinto la Procura della capitale, tant’è  che hanno indagato il magistrato anche per calunnia, per aver incolpato la donna «pur sapendola innocente».

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