Processo Fehida, due assolti in appello per il reato di omicidio nella faida di San Luca

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La Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria, nell’ambito del processo denominato “Fehida” ha riformato in parte la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Locri, con la quale erano stati condannati alla pena dell’ergastolo: Giovanni Strangio, Giovanni Luca Nirta di 42 anni, Francesco Nirta, Giuseppe Nirta detto Peppe u versu di 71 anni, Francesco Pelle detto Ciccio Pakistan di 34 anni, Sebastiano Romeo di 34 anni, Francesco Vottari detto Ciccio u Frunzu di 40 anni e Sebastiano Vottari, detto il Professore di 28 anni. Antonio Carabetta e sua figlia Sonia, condannati entrambi a 9 anni, e Antonio Pelle, condannato a 12 anni di reclusione. Il processo riguarda la faide di San Luca, ed in particolare l’omicidio di Bruno Pizzata avvenuto nel gennaio 2007, secondo l’accusa commissionato come ritorsione per l’omicidio di Maria Strangio, moglie di Giovanni Luca Nirta, uccisa nella c.d. “strage di Natale”, del dicembre precedente, e la celeberrima “Strage di Duisburg”, davanti al ristorante “Da Bruno”dove furono trucidate sei persone.

I togati della Corte di Appello, hanno confermato la sentenza di primo grado per:

Giovanni Strangio, ergastolo;

Giuseppe Nirta, ergastolo;

Francesco Vottari, ergastolo;

Sebastiano Vottari, ergastolo;

Francesco Pelle, ergastolo;

Antonio Pelle, 12 anni;

Sonia Carabetta, 9 anni.

Sono invece stati assolti dall’accusa per l’omicidio di Bruno Pizzata, per il quale la Corte di Assise di Locri li aveva condannati alla pena dell’ergastolo, Giovanni Luca Nirta e Sebastiano Romeo, la cui pena è stata rideterminata in 14 anni di reclusione per Nirta e 12 per Romeo, condannati per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Assolto da ogni reato invece Antonio Carabetta, condannato in primo grado a 9 anni di reclusione.

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