Sedicenne uccisa e bruciata viva in Calabria, il padre: “Pene non adeguate”

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“Non dovrebbe accadere mai a nessuno perché sono le esperienze più atroci che una famiglia possa vivere”. Lo ha detto Mario Luzzi, papà di Fabiana, la sedicenne accoltellata 24 volte e bruciata quando era ancora viva dal suo ex fidanzato, Davide Morrone, allora 17enne, nel giorno del decimo anniversario della morte.

“Sono dieci anni – ha detto ancora l’uomo – di pianto, disperazione, smarrimento che nessuno dovrebbe vivere. Abbiamo combattuto attraverso le vicende processuali, udienze, viaggi per raggiungere i tribunali, per poi arrivare ad una sentenza che per me non è adeguata. Non è cambiato nulla in questi dieci anni a livello legislativo, le pene sono sempre uguali e non adeguate alla perdita di una vita umana. Le vittime non hanno diritti, ma sono solo destinate alla sofferenza”.

L’omicida, reo confesso, venne condannato dalla Corte di Cassazione a 18 anni di reclusione. E’ ancora vivo il ricordo nella città di Corigliano Rossano, dove istituzioni, amici e familiari, questa mattina hanno partecipato all’evento che ogni anno si svolge nell’Istituto tecnico commerciale “Palma” a Corigliano, scuola che Fabiana frequentava. Oggi si è tenuta la premiazione del concorso di poesia dedicato alla giovane.

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