Natale Pace: sulla sanità sto con Boemi e con la città degli Ulivi

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Purtroppo, all’ultima riunione del Consiglio Comunale di Palmi di lunedì 22 giugno, l’intervento del Consigliere Boemi sui problemi legati alla Sanità e al costruendo nuovo Ospedale della Piana, è avvenuto prima del mio ingresso in Consiglio. Non ho quindi partecipato al dibattito. Mi preme invece dire come la penso anche alla luce del documento sottoscritto ieri da 21 Sindaci dell’Assemblea Città degli Ulivi. Colpevolmente assente come al solito la Città di Palmi.

            Premetto che per anni sono stato responsabile regionale della CISL sanità e dunque presumo di conoscere abbastanza la criticissima situazione dell’assistenza sanitaria e ospedaliera (che non sono per nulla la stessa cosa) della Piana.

Non mi sta bene, amico Sindaco Barone, che sulla questione così radicalmente importante per i cittadini dei 33 Comuni della Piana, ci si appigli a sterili polemiche di schieramento. Dalle polemiche si può anche uscire vincitori, ma perdiamo tutti sulla cronica carenza di assistenza ospedaliera e sanitaria, ,sulla malasanità, sulla mancanza di poliambulatori, sullo spreco di sei presidi ospedalieri dei quali cinque ridotti a ruderi della spedalità e uno, quello di Polistena, unico a mantenere una parvenza di ospedale, fino a ieri affollato di pazienti, sovraccarico di lavoro, con personale stressato da turni insopportabili e oggi attaccato anch’esso dalla scure dei tagli. Tutto questo comporta morti e invalidità, assenza di specializzazioni ospedaliere, malasanità, totale mancanza di filtri poliambulatori ali e non c’è appartenenza partitica che tenga.

            Non mi sta bene che sulla costruzione del nuovo ospedale della Piana si ammassino nubi nerastre anch’esse per beceri motivazioni partitiche che lo metteranno certamente  in discussione se non si erge una solida barricata di tutti i Sindaci e cittadini della Piana che pretenda:

–          Certezze sui tempi e informazione sullo stato delle procedure per il nuovo Ospedale. A quanto è dato di sapere, prima devono partire i lavori di quello di Sibari, ma anche per quello ancora si parla di progetto definitivo. Stante così le cose, prevedere almeno 5-6 anni per la costruzione, ammesso che la messa in discussione di Polistena non scateni la bagarre in Giunta regionale;

–          In questi 5-6 anni quale sarà l’assistenza ospedaliera dei 200 mila cittadini della Piana che diventano a giorni 300 mila? Occorre pretendere il forte potenziamento di tutte le strutture e attrezzature dell’Ospedale di Polistena, ponendosi a fianco di quella Città e dei Sindaci della Piana. Ma questi devono sapere che non basta. E’ necessaria una battaglia vera, di popolo per potenziare con ragionevolezza e senza sprechi, tutte le strutture attualmente attive. A Palmi, si deve solo all’impegno del vice Sindaco Saletta se l’illusione del prossimo nuovo Ospedale non ci è costata la totale assenza non solo dell’ospedale, ma anche del Punto di Primo Intervento e dei pochi reparti ancora attivi e sovraccarichi come la camera iperbarica. Eppoi insistere per la organizzazione sul territorio di almeno tre poliambulatori completi che facciano da filtro ai ricoveri ospedalieri. Occorre potenziare il servizio del 118 e a Gioia Tauro, al suo porto più grande d’Europa, assicurare almeno un pronto soccorso completo. Serve inoltre un serio progetto per la lungodegenza che aumenta a dismisura il numero dei ricoveri impropri. E serve,  ma non per ultimo, abbattere il numero e il costo della emigrazione sanitaria e intervenire sostanzialmente sugli organici.

Tutto questo, amico Sindaco Barone non può aspettare ottobre. La gente malata, chi sta morendo non si può permettere quattro mesi di ferie, perché mentre noi facciamo le nostre belle festicciole, la gente muore e si ammala e la cattiva politica regionale lavora contro la Piana e il nostro bisogno di salute.

Sulle questioni della Sanità e della Spe3dalità, io sto con Boemi e sul suo appello di Consigliere comunale. Affiancamo gli altri Sindaci e gli altri cittadini della Piana, ma subito, non domani, ieri, per una battaglia solidale di civiltà e se necessario che si sollevi il popolo della Piana, finalmente unito e andiamo tutti a Catanzaro.

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