Operazione Eclissi, Ferdinando Cimato il reggente. Tutti i ruoli nella cosca

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Sarebbe Ferdinando Cimato alias “u Zirruni”, il capo, promotore ed organizzatore (c.d. “reggente”) dell’associazione, sgominata a San Ferdinando nell’ambito dell’Operazione Esclissi. Cimato, genero di Giulio Bellocco, avrebbe avuto secondo gli inquirenti, compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni delittuose da compiere. In particolare lo stesso, in epoca successiva all’arresto del suocero BELLOCCO Giulio  fungeva da “reggente” dell’omonima cosca, quale principale punto di riferimento degli altri sodali;  inoltre, coordinava le attività illecite della cosca, distribuendone i relativi proventi ai sodali e gestendo “la cassa comune”, e  aveva compiti di pianificazione e di individuazione delle azioni delittuose da compiere, degli obiettivi da perseguire e delle vittime da colpire, mantenendo anche i rapporti con i rappresentanti di altre consorterie operanti nell’ambito dell’organizzazione unitaria denominata ‘ndrangheta.

Nella gerarchia della cosca poi vi sarebbero

  1. Cimato Antonio alias “ricchiazza”, organizzatore dell’organizzazione mafiosa con il compito di gestire il controllo del territorio e le estorsioni e riportare le c.d ambasciate a Cimato Ferdinando; assicurare la circolarità delle informazioni tra gli associati; di intervenire in ausilio dei sodali, ove necessario, per assicurare la fuga in caso di ricerche da parte delle Forze dell’Ordine; con compiti operativi nel settore delle armi, disponendo di armi e fungendo da custode del munizionamento della cosca;  addetto alla bonifica delle vetture per evitare eventuale attività caaptativa;
  2. Malvaso Gregorio, avente ruolo di organizzatore dell’organizzazione mafiosa con il ruolo di “capo crimine”, con il compito di gestire le attività estorsive della cosca ed i danneggiamenti; controllare l’opera dei “picciotti di giornata”, impartendo disposizioni ben determinate;  curare ed organizzare i summits di ‘ndrangheta con esponenti della sua ‘ndrina e con quelli della ‘ndrina dei Pesce-Pantano.
  3. Scicchitano Giuseppe, organizzatore dell’organizzazione mafiosa, partecipando alle riunioni di ‘ndrangheta,  con compiti di custodia dei rituali di affiliazione della ‘ndrangheta; addetto al commercio delle armi reperendo clienti.
  4. Gioffrè Giuseppe alias “Peppi i Tota” nato a Gioia Tauro il 22.06.1981, residente a San Ferdinando via Leopardi nr. 18, organizzatore dell’organizzazione mafiosa con compiti di consigliere, prendendo parte alle riunioni, formulando i propri pareri nella gestione della prospettata guerra di mafia con la cosca Pesce-Pantano, avendo anche preso parte alla fase organizzativa in relazione al danneggiamento del bar denominato Sport & Style di Loiacono Franceco Antonio, quale diretto uomo di fiducia di Malvaso Gregorio.

Ruoli di partecipi alla cosca avrebbero avuto invece Morano Federico, Albano Giuseppe, Caprino Nicola, Naso Ferdinando, Paparatto Ferdinando, Albano Pasquale, Celi Bruno, Cimato Domenico, Di Bella Francesco, Prodanova Milena Nikolaeva , GeorgevaViktoriya Trifonova, Albano Silvio, Pirrottina Giacomo.

Il Sindaco di San Ferdinando Domenico Madafferi è invece indagato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso poiché “forniva un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo alla cosca Bellocco-Cimato, come referente politico del sodalizio. Nella qualità di pubblico ufficiale ovvero di Sindaco del Comune di San Ferdinando, contribuiva al perseguimento delle finalità della cosca suddetta e dei singoli associati, favorendo la organizzazione e/o i suoi esponenti di vertice, nell’aggiudicazione di appalti pubblici in favore di “aziende mafiose”, nel rilascio di autorizzazioni comunali o di certificati anagrafici e finanche mediando per evitare che i cittadini, di fronte alle angherie subite, potessero sporgere querela.

In particolare:

–     rilasciava, quale ufficiale dell’Anagrafe, un certificato di stato di famiglia ideologicamente falso, in cui veniva attestato un inesistente rapporto di convivenza tra Caprino Nicola, esponente della cosca Bellocco-Cimato, e Raso Veronica, con la finalità di consentire a quest’ultima di usufruire di colloqui carcerari con il detenuto;

–     dopo il danneggiamento mediante incendio, ad opera di ignoti, del 17 marzo 2014, di un autocompattatore della ditta Evergreen di San Ferdinando, aggiudicataria dell’appalto di raccolta dei rifiuti solidi urbani nel centro cittadino e la conseguente rescissione del contratto con l’Ente Comune, seguendo le indicazioni del consigliere di minoranza Pantano Giovanni, intraneo alla cosca Pesce-Pantano, e raccolto il placet di Celi Santino, vice Sindaco ed esponente della cosca Bellocco-Cimato, si spendeva affinchè il nuovo appalto venisse aggiudicato alla ditta Radi di Palmi, azienda sulla quale era confluito il gradimento delle due ‘ndrine di San Ferdinando.

–     concorreva, moralmente e materialmente, al rilascio di un titolo concessorio per l’installazione di un chiosco estivo a carattere stagionale sul lungomare di San Ferdinando,  in favore formalmente dell’intestaria fittizia Prodanova Milena, ma di fatto gestito dai componenti della cosca Bellocco-Cimato Malvaso Gregorio e Celi Bruno.

–     informava Pantano Salvatore di una possibile denuncia a suo carico per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di Corigliano Pasquale. “

Il vice sindaco Santo Celi è indagato del reato di associazione a delinquere in quanto considerato “referente politico del sodalizio mafioso, rivestendo in seno all’Amministrazione Comunale la carica di Vice Sindaco; con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, eseguire le direttive dei vertici dell’associazione nell’interesse dell’intera organizzazione criminale; con compiti operativi nel settore delle armi e dei danneggiamenti; più in generale, é a completa disposizione degli interessi della cosca, cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo”.

Mentre l’ex consigliere di minoranza, Giovanni Pantano, è indagato quale partecipe dell’associazione, alle dipendenze del capo e fratello Pantano Giuseppe nonché referente politico della cosca di appartenenza (Pesce – Pantano) in seno all’Amministrazione Comunale di San Ferdinando, quale “contraltare” al Vice Sindaco Celi Santo, appartenente allo schieramento mafioso dei Bellocco-Cimato.

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