Palmi, la Varia patrimonio dell’Unesco

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Giornata storica per Palmi e per la Calabria intera, la Varia di Palmi è ufficialmente Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità: il primo bene della nostra regione che abbia mai ottenuto questo riconoscimento dall’Unesco

L’inserimento della Varia nella Lista rappresentativa dell’organizzazione delle Nazioni Unite è stato sancito durante l’ottava sessione del Comitato intergovernativo in corso di svolgimento a Baku (Azerbaijan).
Una cerimonia solenne, che si è tenuta alla presenza di delegazioni provenienti da tutto il mondo e che ha destato fortissima emozione nel momento della proclamazione ufficiale, a cui sono seguite scene di sobria, composta ma sentita esultanza, come l’abbraccio commosso tra i componenti della delegazione partita dalla Calabria per raggiungere la capitale azera.
Un lungo applauso ha sottolineato la decisione del Committee intergovernativo, preceduta dagli interventi dell’ambasciatore d’Italia in Azerbaijan, Giampaolo Cutillo, e di Patrizia Nardi, coordinatrice della Rete italiana delle grandi macchine a spalla e responsabile del progetto di candidatura. Proprio l’ideazione della Rete si è rivelata indispensabile per il riconoscimento dello status che accomuna anche le altre tre macchine a spalla che fanno parte dell’organismo: i Gigli di Nola, i Candelieri di Sassari e la Macchina di Santa Rosa di Viterbo.
Alla riunione del Comitato intergovernativo di Baku era altresì presente la funzionaria dell’ufficio Patrimonio Unesco del Ministero dei Beni e delle attività culturali, Stefania Baldinotti. Ad affiancare i vertici dell’organismo del nostro Paese sono stati i rappresentanti istituzionali di quasi tutti i territori interessati, oltre alle delegazioni delle quattro comunità locali, che hanno partecipato a un evento dalle forme rigorose, ma caratterizzato anche da un clima di cordialità, capace di esprimere una delle principali finalità dell’Unesco: favorire, attraverso la cultura, il dialogo e il pacifico confronto tra i popoli.
L’intuizione della Rete, la prima costituita con queste finalità su base nazionale, è stata particolarmente apprezzata dalla Commissione che ha indicato questa esperienza come modello da seguire per le future candidature Unesco.
Con il successo straordinario ottenuto quest’oggi a Baku giunge a compimento un processo avviato nel 2005 con l’ambizioso progetto di Patrizia Nardi, fondato sulla valorizzazione e messa a sistema delle comunità delle grandi macchine a spalla italiane: patrimonio inestimabile da salvaguardare, perché rilevante non solo sotto il profilo culturale, ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale. I Gigli, la Varia, i Candelieri e la Macchina di Santa Rosa sono infatti espressione della profonda spiritualità di quattro comunità che, attraverso la devozione religiosa, rinnovano la propria coesione sociale e il proprio senso di identità.
La proposta di candidatura della Rete fu validata nel 2011 dall’ufficio Patrimonio Unesco del ministero dei Beni e delle attività culturali, che istruì la pratica, e l’anno seguente fu l’unica indicata dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco alla selezione degli organi internazionali.
Dopo la conferma del presidente della Commissione (“Approved!”) e il colpo di maglio, si è assistito a scene di grande gioia all’interno del salone del lussuoso albergo di Baku scelto dall’Unesco, con il lungo e commosso abbraccio tra i rappresentanti di Nola, Palmi, Sassari e Viterbo. E contemporaneamente i festeggiamenti sono iniziati nelle quattro città che da oggi custodiscono un Patrimonio dell’Umanità.

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