Turino (Calabria Sociale): disgusto e orrore su video su rifiuti tossici a Crotone

56

Riceviamo e pubblichiamo

Ho visto il video sui veleni di Crotone.

SEQUENZE CHE HO DOVUTO E VOLUTO VISIONARE PIU’VOLTE PER RENDERMI CONTO CHE QUELLO A CUI STAVO ASSISTENDO NON ERA UN FILM,  MA UNA REALTA’ DRAMMATICA CHE SI STA CONSUMANDO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI.

PSICOLOGICAMENTE HO DOVUTO SUPERARE  L’ENORME DISGUSTO CHE PROVAVO PER L’ ORRORE CHE ESPRIMEVANO QUELLE IMMAGINI.  

Ho ascoltato,incredulo ed esterrefatto,la descrizione  di quei siti  carichi di rifiuti tossici che hanno inondato, gran parte del civismo e del collettivo, di tumori che scoppiano  come un comune  raffreddore o una delle tante epidemie d’influenza, in un degrado che corre verso l’annientamento del vivere collettivo.

Un inorridire ad ogni fotogramma che passava.

Sgomento, per  le parole della gente  nelle quali emerge, in modo prepotente,  un dolore profondo, senza confine, per  un convivere costante con la morte seduta davanti alla porta di casa.

In loro quasi una disperata rassegnazione ad un destino beffardo, che annienta la vita per un effimero termine di progresso demenziale.

E’ da tempo immemorabile che circola  la voce e il sospetto che la città di Pitagora si sia trasformata, in gran parte, in una discarica tossica, ricettacolo di scorie radioattive e di altri rifiuti altamente inquinanti e velenosi, peggio di quei  lontani e sperduti   deserti in cui vengono fatti gli esperimenti nucleari.

Le varie denuncie hanno inizialmente  portato  ad  un impegno governativo  per una rapida bonifica del sito avvelenato, si sono mossi gli Enti interessati che avrebbero dovuto risolvere il problema, con un provvedimento,capace di svellere   le radici del male e del danno, per salvaguardare l’incolumità dei cittadini, anche per una parziale  prevenzione del futuro.

Purtroppo, alle  parole non sono seguiti i fatti, situazione eguale alle tante altre promesse mai mantenute.

La realtà è rimasta invischiata e affogata  nel gorgo insano delle scorie mortali con  la gente che continua ad ammalarsi e a morire.

Questi residui, altamente venefici,  sono stati accumulati senza alcuna prevenzione, per anni, andando a  formare  collinette di erbacce  sulla sponda del mare, dove sono interrati elementi  come:

Antimonio,arsenico,berillio, cadmio,cobalto, cromo totale, cromo sesto, mercurio, nichel, piombo, rame e cromo isovalente; secondo quanto elencato nel video.

Un laboratorio di termini chimici i cui scarti e residui si sono   riversati sulla vita della gente.

In tutta la città, in  almeno 18 zone secondo le indagini e le denunzie dei cittadini, esiste un pericolosissimo ambiente inquinato.

Si può affermare, con dolore e rimpianto, che un bambino che nasce,nella geografia a rischio di Crotone,  da subito potrebbe  essere già  privo d’ogni  speranza, il domani cancellato   e  la consapevolezza di lasciare la scena umana senza neppure averne visto una piccola molecola,così come  molti adulti che, senza avere alcuna avvisaglia si trovano colpiti dal male.

Cosa è diventata Crotone e  la nostra Calabria?

Una domanda che non ha risposte,tanto meno  soluzioni immediate.

Per  la frenesia del futuro abbiamo cancellato le formule antiche dell’esistere, minando le radici della natura, bruciando  l’ambiente, trasformando la regione in una cimitero.

Noi collettivo umano siamo i colpevoli del degrado che  abbiamo lasciato precipitare, pericolosamente, verso il fondo dell’esistenza.

Oggi, forse, qualcuno si rende conto di  pagare un prezzo troppo alto all’affannosa corsa al progresso, una ipoteca mortale  per un futuro che non ci potrà essere, ma solo croci e  tombe.

 

Gianfranco Turino

Presidente di Calabria Sociale

Articolo precedente “Una vita da social”, sbarca a Reggio la Campagna educativa della Polizia di Stato contro il cyber bullismo
Articolo successivoMimma Pacifici confermata segretario Cgil RC – Locri