Gioia Tauro: L’impresa ha eseguito regolarmente i lavori ma il Comune non paga nemmeno dopo l’Ingiunzione di pagamento del Giudice

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Riceviamo e pubblichiamo

L’impresa CODEM Costruzioni di Rizziconi, ha eseguito i lavori di sistemazione e completamento delle strade di Gioia Tauro per l’Amministrazione Comunale di Gioia Tauro, ma i lavori eseguiti e contabilizzati regolarmente, nemmeno dopo l’ingiunzione di pagamento del giudice sono stati pagati.

Molte volte, chi svolge l’attività di imprenditore a spesso a che fare con debitori morosi ed insolventi, ma è ancor più incredibile quando ad essere moroso è un ente pubblico nella specie il Comune di Gioia Tauro.

I fatti risalgono a circa un anno fa per lavori appaltati dal Comune all’Impresa CODEM Costruzioni, mediante fondi del bilancio Comunale. Il Comune di Gioia Tauro nonostante l’ingiunzione di pagamento dei lavori eseguiti oltre agli interessi nel frattempo maturati non ha ancora provveduto a pagare quanto stabilito dal Giudice del Tribunale di Palmi all’impresa.

L’impresa che si trova in gravi difficoltà economiche, pertanto non essendo riuscita ad oggi a recuperare ciò che gli è dovuto, vista la situazione e alla luce del delicato momento economico per la difficoltà di accesso al credito che ha colpito da tempo il settore imprenditoriale, nonostante la normativa relativa alla lotta contro i ritardi di pagamenti della pubblica amministrazione prevede il termine di pagamento fissati in 30 giorni, derogabile in alcuni casi al massimo a 60 giorni, ha dato in questi giorni mandato al proprio legale, al fine di valutare la possibilità di presentare un esposto presso la Corte dei Conti o presso la Procura della Repubblica per un eventuale sussistenza del reato di elusione del provvedimento del Giudice, non avendo finora il Comune dato dimostrazione alcuna di voler provvedere ad eseguire quanto ordinatogli dal Tribunale di Palmi in via definitiva.

A dimostrazione che non sempre sono i privati a non voler pagare i propri debiti, spiega l’ing. Giorgio De Maria titolare dell’impresa, ma molte volte anche l’Ente Pubblico può essere moroso e rendersi insolvente delle proprie obbligazioni. Ed ancora, il ritardo nei pagamenti non incide solo sul contraente privato che si trova a sostenere un’attesa ingiustificata nella percezione dei corrispettivi dovuti da parte dell’amministrazione appaltante, ma ridonda in termini negativi anche sull’indotto a valle dell’appalto, investendo personale, enti previdenziali ed assistenziali, imprese subappaltatrici e subfornitrici sulle quali i ritardi vengono sovente ulteriormente ribaltati. E nonostante i lavori già appaltati non vengono pagati, l’Amministrazione Comunale bandisce e aggiudica nuovi appalti.

La questione si pone in tutta la sua gravità soprattutto per le imprese come noi che stipulano prevalentemente contratti con la pubblica amministrazione, le quali, in misura ancor più forte rispetto alle aziende che operano con committenti privati, sono soggette al gravame di un onere aggiuntivo rappresentato dall’ulteriore costo che dobbiamo sostenere per far fronte al gap, spesso di proporzioni assai considerevoli, che si viene a determinare tra il momento della liquidazione dei costi gestionali e quello dell’incasso del corrispettivo. La conseguenza è che questo tipo di mercato finisce con il privilegiare le grandi imprese e colpisce, in maniera irreversibile, le piccole e medie imprese che rischiano, pertanto, di uscire definitivamente dal sistema. Il tutto, come è facile intuire, determina conseguenze di rilevante entità sulla concorrenza, falsando, in misura considerevole, il regolare andamento del mercato.

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