Problemi vecchi e nuovi tarpano le ali all’agricoltura e agroalimentare, ne condizionano le possibilità di crescita testimoniate dalle performance del settore su occupazione, PIL, export reputazione del cibo 100% calabrese, nuove imprese, giovani etc. “Fattori e situazioni – precisa Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria – che denotano le nostre capacità imprenditoriali e che si sono verificate al netto delle politiche regionali”. Per il Presidente “l’agenda per la Regione è fitta e le cose da fare, che definisce “incompiute”, altrettanto! Bisogna consegnare agli agricoltori calabresi quello di cui hanno bisogno – aggiunge – altrimenti si perde la spinta e non si consolidano posizioni”. Inchiodata alle sue responsabilità è la Regione Calabria sia per scelte politiche da compiere che di una burocrazia che deve tradurle in pratica. “Non basta per giustificare “politiche”, fornire, come un mantra, “numeri e classifiche” sulla spesa fatta autocompiacendosi del confronto con le altre regioni – afferma – occorre il piede sull’acceleratore nella gestione del PSR – uniche risorse per l’agricoltura. Ci sono e permangono “cantieri aperti e incompiuti”, che generano l’esasperazione per la continua emergenza gestionale che ha caratterizzato questa programmazione”. Macigni li definisce, che gravano sulle imprese costrette a tempi lunghi e imprevedibili, istruttorie delle istanze discutibili, ricorsi ed istanze di riesame pendenti da oltre due anni e senza esito, continui accessi agli atti per capire le ragioni di irrazionali tagli applicati che compromettono l’efficacia e la tempestività degli investimenti. “Insomma, – continua – la sintesi è che i soldi per gli investimenti non arrivano agli agricoltori e si amplificano nella spesa solo le misure a superficie. E’ di palmare evidenza che tutti i bandi delle misure strutturali hanno segnato il passo. Una gestione – prosegue – che ha illuso e deluso la parte più entusiasta della Calabria, i tantissimi giovani e le imprese escluse per formalismi o per disomogeneità di valutazione, per errori istruttori derivati dall’assenza di disposizioni e dalla mancata attivazione delle procedure amministrative previste dai bandi stessi come il soccorso istruttorio. Mancano – riferisce – circa 150 mln di euro per assicurare il pagamento dei premi fino al 2020 agli allevatori, alle imprese operanti nelle aree montane e svantaggiate (priorità del PSR anche per i risvolti sociali) ai produttori biologici e per le misure agro-ambientali: una urgenza che deve immediatamente vedere impegnata la Giunta, il Dipartimento e Arcea. Entrando ancora nello specifico Aceto fa risaltare lo svuotamento delle funzioni e del ruolo del Tavolo Tecnico del partenariato, le criticità delle istruttorie per la liquidazione dei premi con migliaia di domande non liquidate o liquidate parzialmente, con l’applicazione di riduzioni improprie, la liquidazione di anticipi e stati d’avanzamento, il mancato avvio della revisione del PSR per la rimodulazione delle risorse disponibili, le istruttorie delle istanze di riesame dei giovani. Tutto questo – constata – è già tanto ma dobbiamo aggiungere il funzionamento del servizio UMA per l’assegnazione dei carburanti in agricoltura ancora da migliorare, le calamità che dal 2013 non trovano ristoro, le politiche e le risorse per l’accesso al credito, la ristrutturazione finanziaria del debito per le imprese, l’emergenza cinghiali , la gestione dell’inventario viticolo e dei bandi per l’attivazione degli aiuti che ha scontato la carenza di trasparenza nella comunicazione. Abbiamo informato nel dettaglio le Istituzioni regionali e tutti i consiglieri regionali e contemporaneamente – dichiara Aceto – è partita la mobilitazione della Coldiretti sui territori dove in appositi incontri verrà fornita una precisa e documentata informazione agli agricoltori sull’avanzamento delle richieste.
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